Alessandro Gassmann, che abbiamo visto su Raiuno nella fiction bastardi di Pizzofalcone ed è protagonista al cinema con Beata ignoranza, si racconta al nostro settimanale. «Questo film è una commedia divertente che allo stesso tempo regala diversi spunti di riflessione, in primo luogo quello sull’eccessivo utilizzo dei social e sulle conseguenze che hanno nella vita di ognuno. Al centro della trama ci sono due professori, l’uno l’opposto dell’altro, interpretati da me e da Marco B Giallini», dice Gassmann. ;;
Qual è la tua idea sulla scuola di oggi?
«Ho un figlio di diciotto anni e mi sembra di intuire che la scuola non se la stia passando benissimo. È giusto che i professori e gli alunni conservino i rispettivi ruoli all’insegna del rispetto ‘reciproco. Però, sono convinto che una scuola troppo severa, dove conta soltanto il voto, non sia il massimo, anzi…».
Alessandro Gassmann qual è il tuo rapporto con i social, li usi spesso oppure ne fai volentieri a meno?
«Ho soltanto un profilo Twitter, che utilizzo solo un’ora al giorno -mezz’ora il mattino e mezz’ora la sera per raccontare il mio lavoro e portare avanti diverse battaglie sociali. denunciando quello che non mi piace o che a mio avviso non è giusto. In Rete c’è tutto. Internet è il meglio e il peggio della società. L’importante è non fame un uso eccessivo, perché gli effetti sulla persona potrebbero essere inaspettati».
Qualche tempo Alessandro Gassmann fa ti abbiamo visto su Raiuno nella fiction I bastardi di Pizzofalcone nei panni dell’ispettore Giuseppe Lojacono.
«È un uomo chiuso, che preferisce rimanere solo con i suoi pensieri. Un bravo osservatore, che capisce le persone. Professionalmente, poi, è bravissimo: ha una capacità investigativa molto sviluppata e questa caratteristica gli consente di risolvere complicati casi di omicidio».
Lojacono ha una vita privata complicata, tu invece sei felicemente sposato da anni. Quanto ci hai messo di tuo per interpretarlo?
«lo e il personaggio abbiamo dei punti in comune, ad esempio Lojacono ha un divorzio alle spalle, una realtà che conosco bene, visto che tra mia madre e mio padre ne ho vissuti un bel po’ (sorride, ndr). Inoltre, il personaggio che ho interpretato ha una figlia di sedici anni e si ritrova a fare i conti con la delicata fase dell’adolescenza. Ma da quest’ultimo punto di vista devo ammettere che io, rispetto a Lojacono, sono molto più fortunato».
Tuo figlio Leo ormai è maggiorenne…
«Mi considero un papà fortunato, perché mio figlio non mi ha mai dato problemi, non mi ha mai fatto soffrire. Naturalmente gli metto dei paletti perché sono suo padre, però gliene do sempre meno proprio perché è maggiorenne».
Quali sono i tuoi prossimi progetti professionali?
«Attualmente sto curando la regia della trasposizione teatrale di Qualcuno volò sul nido del cuculo, riscritto da Maurizio De Giovanni. Questo spettacolo è in tournée da circa tre anni, fortunatamente continua a riscuotere un notevole successo da parte del pubblico e questo mi fa un enorme piacere, perché si tratta di un progetto al quale sono particolarmente legato: Qualcuno volò sul nido del cuculo è un grido di libertà meraviglioso. Tra gli impegni che ho in agenda, inoltre, c’è anche un altro progetto teatrale in divenire a cui sto lavorando insieme con lo scrittore Erri De Luca, sarà l’adattamento di un suo romanzo per il teatro»
Articolo e Foto tratte da Vero.
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