Per lui Lampedusa e una seconda casa. Da anni trascorre sull’isola siciliana periodi lunghissimi, tanto da esserne diventato cittadino onorario, “adottato” dai lampedusani. Massimo Ciavarro, eterno sex symbol del cinema italiano, in questo luogo coniuga le sue due passioni: quella per la pesca (e infatti lo incontriamo qui in compagnia del tìglio Paolo, che pesca con Ini) e quella per i film.
«Si è laureato in Economia»
«Qui, fino a quindici anni fa, c’era tuia sala cinematografica, che poi è stata chiusa. Così, otto anni fa, ho pensato di portare io il cinema in piazza, d’estate. Oltre a proiettare le pellicole, in linea di massima italiane, ospito anche amici attori e registi… Insomma, queste serate si sono trasformate in una vera e propria rassegna, che si chiama vento del Nord»,
racconta Massimo Ciavarro. Che cosa ti piace di Lampedusa?
«Il fatto che, quando sono qui, io mi sento bene. L’isola e i lampedusani mi hanno accollo come uno di famiglia. Ma d’altra parte loro sono accoglienti, baste pensare alla generosità con i profughi che da anni sbarcano ogni giorno. Ma Lampedusa non è solo immigrazione… È molto di più! lo, comunque, credo di avere l’isola nel Dna, visto che mia mamma era un’isolana».
Come trascorri le tue giornate qui?
«Non sono uno che riesce a stare fermo e quindi trovo sempre qualcosa da fare. Intanto cerco di dare una mano alla promozione turistica dell’isola e poi vado a pesca, spesso con mio figlio Paolo, che condivide con me questa passione».
Paolo Ciavarro seguirà le tue orme artistiche?
«No, Paolo si è laureato in Economia e ora si è iscritto a un master a La Sapienza, ma gioca anche a calcio da quando ha sei anni e, da quest’anno, allenerà una squadra. È vero che dopo la nostra partecipazione a Pechino Express ogni tanto viene chiamato come ospite in Tv, ma lui non ha nessuna passione per il mestiere dell’attore. Io sono fiero di lui perché ogni volta che gli viene data la parola dice sempre cose intelligenti… Inoltre. Paolo da una mano anche a mia sorella, che ha un pub a Roma».
Insomma, siete entrambi molto impegnati ed eclettici… Tu, per esempio, l’anno scorso hai addirittura scritto un libro. La forza di cambiare…
«Si. mi è sempre piaciuto scrivere, ma era tutto un po’ sparso. A un certo punto ho raccolto i pezzi e ne è venuta fuori la storia della mia vita. Mi ha fatto bene farlo: mettere sulla carta le proprie emozioni aiuta a capirle. Per quanto riguarda i lettori, penso siano persone che vogliono saperne di più su di me».
In quali momenti della tua esistenza hai capito di dover cambiare? Massimo Ciavarro come hai trovato la forza per farlo?
«Credo che quello che ci accade dipenda in gran parte da noi, ma in gran pane anche da quello che succede e che è fuori dal nostro potere, lo. per esempio, ero solo un ragazzino quando mio padre è morto. Avevo 14 anni… e certo il mio obiettivo in quel momento non era “cambiare’’, eppure ho dovuto farlo! Mi sono imposto di assumermi delle responsabilità. perché le circostanze lo imponevano».
Il cambiamento interviene anche in amore: ti è successo anche lì?
«Sì. quando ero sposato (con Eleonora Giorgi, ndr). lo avrei continuato per sempre, ma la mia ex moglie ha deciso il contrario e quindi, anche in quella situazione, ho dovuto cambiare e iniziare la vita in un altro modo».
Due prove di carattere! Massimo Ciavarro anche tuo figlio è così?
«Beh, io sono stato costretto a cambiare. Paolo, grazie a Dio, non ha dovuto fare scelte obbligate».
Qual è secondo te la caratteristica più importante di un padre: insomma, cosa deve fare per il proprio figlio?
«Deve fare una cosa: esserci! Non capisco come si possano avere delle difficoltà a essere presenti per i figli! Eppure ci sono dei genitori che se ne lavano le mani. È fondamentale essere consapevoli che tu sei responsabile di come tuo figlio sarà da grande, quando inizierà a essere uomo».
Ti definisci timido e schivo. È una qualità o un limite?
«Diciamo che sono due caratteristiche che rendono un po’ difficile il mio lavoro, visto che faccio l’attore! Però, alla fine, sono soddisfatto di quello che faccio e di come Io faccio».
L’anno scorso hai fatto teatro: quest’esperienza ti ha aiutato a vincere la timidezza?
«Abbiamo fatto 100 date e ne avremo circa 90 nella prossima stagione. Ho lavorato con Massimo Ghini. che mi ha voluto con lui. Devo dire che le prime dieci volte ero in panico totale, poi lentamente mi sono abituato. Penso che questa mia timidezza nasca dal fatto che io non ho scelto di fare l’attore, ma mi ci sono trovato dentro. Quando mio padre è morto avevo bisogna di lavorare e ho iniziato a fare i fotoromanzi. Poi da li è nato lutto il resto. Se ci fosse stato papà, non mi avrebbe mai permesso di entrare in questo mondo».
Hai dichiarato Massimo Ciavarro di aver detto “ti amo” per la prima volta a 58 anni… C’è ancora qualcosa di mai detto che invece vorresti dire?
«Ho sempre pensato che bastasse dimostrare l’amore, poi ho compreso che le persone hanno anche bisogno di sentirselo dire; purtroppo l’ho capito molto tardi. Ho sempre fatto fatica a esternare i sentimenti e, forse per questo, sono quasi sempre stato lasciato. Magari poi le donne che mi hanno mollato si sono pentite: malli».
A proposito di sentimenti, come va con Francesca, il tuo nuovo amore?
«Stiamo insieme da un anno e mezzo e sono felicissimo. Spero che sia veramente, come dico nel libro, un amore “potente e definitivo come la morte”… perché poi a me. in effetti, i cambiamenti non piacciono!».
Cosa significa Massimo Ciavarro essere un sex symbol?
«Su questa idea ci ho campato. Sono stato fortunato ad avere questa etichetta!».
Intervista a Massimo Ciavarro tratta da Vero.
Sito Ufficiale di Pechino Express
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