E sempre per rimanere in tema con il mondo di Amici adesso vi parliamo delle dichiarazioni del pianista Nazzareno Carusi di fama nazionale, che ha parlato della trasmissione Amici di Maria de Filippi in termini non esattamente lusinghieri e abbiamo utilizzato un eufemismo…dice infatti di Maria de Filippi
“Una madonna pellegrina della discografia in coma e di un’azienda alla quale devo gratitudine perpetua pure io.”
“Il telefenomeno dell’anno dovuto all’illusione propalata a tutti di scalare il cielo a sgomitate anche cafone, alla svendita di sogni a poveracci che sono sempre tanti e che poi è la chiave di ogni show di Maria. Ma che sta alla musica come il terremoto ai palazzi della nostra storia. Va così.”
E come se queste gentilissime parole non fossero sufficienti, ci ha tenuto a recapitare questa amorevole missiva anche a Emma Marrone della quale dice
“Per rendere il senso della mariana scuola sotto telecamere ricorderò che all’ultimo Sanremo la vincitrice Emma (una oltre il limite dell’urlo e che capisce tutto lei, ma se continua a cantare con quel modo errato perderà la voce e la farà più male dell’aver perso l’uomo) non si ricordava neanche chi le avesse scritto il pezzo fortunato.”
Sinceramente crediamo che queste critiche del critico non troveranno risposta alcuna…Solo una piccola chiosa, queste critiche sono oggettivamente esagerate, Emma e Alessandra Amoroso etc. etc….non sono assolutamente quelle cime come dichiarato dalla giuria tecnica di Maria de Filippi , che piu’ che delle critiche esageratamente positive dicevano proprio delle cretinate…altrimenti il prossimo anno li il fondo schiena non ce lo mettono…ma non sono nemmeno cosi’ scarse come questo critico vorrebbe fare intendere, insomma nel mondo della musica italiana abbiamo assistito a molto peggio…anche se qui si arriva veramente a commercializzare un prodotto che viene venduto per un valore che non ha solo grazie a bambine immature che vengono ingannate da un sistema che non è esattamente il piu’ limpido dei sistemi. Insomma purtroppo dobbiamo riconoscere che pur nell’esagerazione nelle parole del critico c’e’ anche del vero.