2Dedichiamo adesso quest’articolo a Giusy Versace la concorrente italiana parla olimpica che sta guardando il grande fratello tredici soprattutto perché dentro la cassa c’è una concorrente che come lei ha subito l’amputazione di un arto nel caso specifico vi parliamo di Valentina Acciardi che ha perso il braccio destro mentre Giusi Versace ha perso le gambe nel duemilacinque all’altezza del ginocchio a causa di un incidente le viene chiesto alla atleta parla olimpica, vedo che a casa mette le ciabatte…
“Perché le protesi sono le mie gambe e quando uno torna a casa si toglie le scarpe e si mette le ciabatte”
È stata consulente del grande fratello?
“Ho presentato amici con arti amputati, poi però hanno scelto Valentina Acciardi . Non la conosco ma è bellissima e mi sembra che l’energia non le manchi.
Pensa che il grande fratello possa spettacolarizzare o strumentalizzare i portatori di Handicap?
” In teoria è una decisione giusta, purtroppo c’è ancora tanta ignoranza riguardo la disabilità. Gli adulti si ritraggono per paura e i bambini si avvicinano per curiosità. Si dovrebbe imparare da questi ultimi. Guardare con curiosità e poi con normalità, mi ricordo il primo anno che sono andata al mare dopo l’incidente. Quando mi sono messa in costume una mamma ha coperto con la mano gli occhi della sua bambina, perché mi devo nascondere? Che colpa ho se il guardrail mi ha strappato le gambe? Se grazie al Valentina grande fratello aiuterà ad abbattere l’inciviltà che spesso ci rende indifferenti verso la disabilità, avranno fatto centro. Se invece la storia di Valentina resterà confinata a una curiosità morbosa, sarà comunque noto una maggiore attenzione nei confronti del’handicap. Da Raoul Bova che nel film indovina chi viene a Natale? Interpreta un ragazzo senza braccia, al monologo di Luciana Littizzetto asterremo sulla bellezza della diversità”
quanto c’è voluto per impedire l’incidente di rovinare la vita!
“Non molto, ho imparato a vivere nel migliore dei modi o mi lasciavo scivolare nella depressione. Ho ricominciato da zero. Avevo perso le gambe, non la testa. Alcuni giorni pensavo che non ce l’avrei fatta. Non avere più le gambe voleva dire difendere da qualcuno, fermarmi nel lavoro non guadagnare. E io ero abituata a essere autonomo. A diciotto anni sono scappata dalla Calabria per andare a vivere a Londra. Volevo affermarmi nella moda, anche se non ho mai pensato di chiedere aiuto ai miei zii, Santo e Donatella Versace, con cui sono in ottimi rapporti. Quando sono tornata a Milano ho iniziato la gavetta. A venti otto anni sono diventata responsabile per l’Europa di un’importante catena in franchising, ma in un attimo è stato tutto annullato.
Prima dell’incidente avevi percepito qualcosa di strano?
“La notte prima dell’incidente ho avuto un incubo: mentre correvo in salita arrivavo a un parapetto che si trasformava in una lama e mi tagliava le braccia il mattino dopo pioveva a dirotto, avevo un appuntamento di lavoro e non ci ho più pensato. Mi sono messo in macchina guidavo piano perché la strada era scivolosa, la pioggia non mi faceva vedere, stavo percorrendo una strada in salita e ho intravisto un’area di sosta. Non ho fatto in tempo ad arrivarci la macchina ha fatto carambola, in quei momenti non ho mai perso conoscenza, ma le mie gambe sono rimaste sulla strada”
stralci di intervista facile da visto