E adesso direttamente dalla pagina di Aldo Palmeri e Alessia Cammarota congiunta , leggiamo questo interessante articolo sui nostri beneamini che come vi abbiamo già detto anche noi svariate volte, la loro storia d’amore assomiglia tanto ad una storia d’amore fiabesca, una storia di tanti anni fa , ma che invece abbiamo avuto la grandissima fortuna di vivere assieme a voi a Uomini e donne e allora come in ogni buona poesia si comincia con c’era una volta…….
“Questa è una storia un po’ strana.
Così strana che iniziarla con un canonico “c’era una volta” par quasi di fargli un torto.
Il “C’era una volta un gioco dove i ragazzotti pettoruti e belle matricole dei piccoli schermi vanno a far passare il tempo” non si addice a questa storia. Se c’è una cosa buffa, di questa storia strana, è che è stata molte cose, tranne l’unica cosa che doveva essere: un gioco.
Lui non giocava quando vide lei scendere per la prima volta da quelle scale. Non giocava ed aveva stampato sul volto il sorriso di chi già sentiva unici quegli occhi appena incontrati, quel sorriso non ancora svelato, quella pelle nemmeno sfiorata. E non giocava nemmeno quando un attimo dopo averla guardata, si agitava e già pensava che qualcuno potesse rubarla. Per rubare qualcosa bisogna prima possederla.
Ed era già evidente, da quella semplice scelta di un verbo, che per una parte di lui lei era già sua.
“Io ci credo nel colpo di fulmine”.
Il fulmine era caduto il 10 settembre 2013. Era biondo, era vestito di nero e si chiamava Alessia.
Il colpo di fulmine si era abbattuto sulla testa di lui e lo aveva colpito in pieno, mandando in cortocircuito il suo cuore proprio quel giorno. Il 10 settembre.
Non giocava nemmeno lei quando scese quelle scale, con il passo un po’ più pesante e gli occhi ancora puliti come allora. “Sono fatalista.” Certe cose devono andare come vanno.
Sì, lei che forse aveva smesso di credere che l’uomo perfetto indossasse la calzamaglia celeste, non aveva rinunciato a credere al destino. Sì, doveva essere così. Doveva essere che ciò che accade ha un senso, fosse anche solo per tornare a sorridere laddove c’erano state solo lacrime. Doveva essere che quella chiamata doveva arrivare. Quel giorno, in quel momento, in quel mese ed in quell’anno. Doveva essere così. E se credi nel destino, come fai a non voler sapere dove ti vuole portare a questo giro?
Questa storia strana è iniziata così, con una carezza dal destino e con un colpo, in testa, dalla fortuna. Forse tutto accade per una ragione, forse davvero, qualche volta, qualcuno disegna per noi un cammino storto ed un po’ disastrato e ce lo mette lì, difronte, per sfidarci a percorrerlo. Destino. Quella cosa che non è Dio, non è diavolo. Quella cosa incolore, insapore, inodore. In destino…
La cosa più divertente di questa storia è che questo cammino storto non è mai stato un gioco. Nemmeno un attimo, nemmeno quando doveva esserlo.
E’ stata un guerra disperata, è stata una corsa a perdere il fiato, è stata una cura inconsapevole, l’esorcismo alla paura, un biglietto per la felicità.
Grazie a chi con noi ha percorso questo cammino storto con noi.
Grazie a voi che con noi avete diviso lo spettacolo di una storia così vera da non essere una fiaba, così incredibile da sapere che un’altra così, in quel posto dove è nata, non ricapiterà mai più.
Grazie a voi per aver questa guerra disperata, per questa corsa a perdere il fiato.
Grazie a voi per l’affetto con cui avete circondato in questi mesi Aldo, Alessia ed indirettamente anche noi.”