E adesso vi parliamo di Chanty nome d’arte Chantal Saroldi che è una delle nuove proposte del prossimo festival di Sanremo e che ha debuttato anche ad amici nella stagione duemilaundici. Ritornerà ritornerà sul palco dell’Ariston. A una prima lettura un inno all’amore mai dato per finito. Ma ha un uomo in particolare penserà intensamente mentre canterà, Chanty, ventidue anni è già tre o quattro esistenze in una.
“Mio padre Oreste è un ingegnere italiano. Si deve al suo lavoro il fatto che abbia conosciuto mia madre in Tanzania. Si deve il suo lavoro poi la mia nascita a Taiwan dove ho vissuto fino ai dieci anni. Solo quell’età ci siamo trasferiti a Cuneo. Ma ora lui lavora in Algeria e con tutto quello che si sente e a cadere nel deserto non sono mai tranquilla. Lo vedo una volta ogni due mesi. L’ultima volta natali mi ha detto in bocca al lupo per Sanremo. Dall’Algeria dove vive e si muove sempre sotto scorta mi guarderà grazie alla televisione satellitare
Chanty quale marcia in più per avere sangue africano e d’essere cresciuta a Taiwan
“La poliedricità. L’apertura mentale. Anche nella musica. Ora accanto una ballata melodica, ma con qualcosa di pop nel disco ci saranno influenze anche etniche. Diciamo che sono una curiosa di tutto che si butta. Come mi sono buttato nella musica non prestissimo solo a sedici anni e ho mi sono ritrovata a Umbria jazz. E ora qui, grazie al concorso area Sanremo. Perché a me le sfide gli ostacoli non fanno paura.
Chanty ha dovuto superare molte ostacoli arrivando qui a dieci anni
“ho dovuto imparare la lingua e soprattutto superare le diffidenze che nascono spontanee di fronte a una mamma e una bambina di colore. Non posso parlare di razzismo. Ma come se venisse chiesto noi di dimostrare sempre qualcosa in più. Persino quella che è oggi la mia migliore amica mi ha confessato negli anni che all’inizio non le veniva spontaneo avvicinarsi a me, parlarmi a scuola. E stiamo parlando di ragazzine di tredici quattordici anni. Su di loro pesa spesso l’influenza negativa degli adulti”
una diffidenza tutta italiana?
“Di certo a Taipei, dove sono nato e cresciuta la multiculturalità è la norma. E pieno di bambini che hanno un genitore bianco e uno nero, di scolaresche variopinte. Deve esserlo ovunque”
ha cominciato a parlare l’italiano a dieci anni
“sì solo quando ci siamo trasferiti qui, tra loro, mio padre e mia madre hanno sempre parlato in inglese. Ma credo sia stato più difficile per mamma che per me”
Chanty e la musica come entrata nella sua vita
“cantavo da sempre, ma come hobby. Non credevo di essere particolarmente portata. Poi, invece, qualcuno mi ha fatto notare come la mia voce fosse particolare e allora mi sono iscritta a un corso di canto ed eccomi qui”
è fidanzata?
“Ho un fidanzato, da due anni. È italiano è bianco. Anzi nomina tanto è il Mediterraneo, olivastro. In fondo anche l’Italia è multicolore, non c’è davvero motivo per essere razzisti “
Chanty dal carrozzone Sanremo che cosa si aspetta!
“Da me stessa mi aspetto di dare il massimo. Per il resto finora mi sono sentita accolta, abbracciata, già a partire dalle selezioni per area Sanremo. E poi sono convinta che arrisa e Emma finalmente due cantanti a presentare la gara, consapevoli delle emozioni che proviamo noi sul palco fanno un ottimo lavoro”
Intervista a Chanty Chantal Saroldi tratta da Visto.