E adesso questa bella intervista ad Andrea Tidona che nella fiction è il dottor Alfredi e racconta le forti emozioni che vive sul set di braccialetti Rossi.
“Sono una sorta di padre di ragazzi di braccialetti Rossi due, perché il mio dottor Alfredi è un punto di riferimento affettivo, oltreché sanitario, per tutti. Il medico che interpreto ha un rapporto aperto, paritario con i giovani pazienti, ai quali non ha mai nascosto nulla delle loro condizioni di salute. Così sono diventato quasi papà di nove ragazzi e questo mi consola, considerando che nella vita non ho mai avuto un’figlio”
il dottor Alfredi ha il volto di Andrea Tidona, siciliano di Modica in provincia di Ragusa attore con un curriculum prestigioso alle spalle, ha preso parte a film memorabili come la vita è bella di Roberto Benigni, i cento passi e La meglio gioventù con cui ha vinto il nastro d’argento come migliore attore protagonista, entrambi di Marco Tullio Giordana. Senza dimenticare celebri fiction come il maresciallo rocca, la piovra, il commissario Montalbano, il capitano e Alcide de Gasperi.
Andrea Tidona c’è uno dei ragazzi di braccialetti Rossi con cui hai un rapporto speciale
” Se nella prima parte dello stretto rapporto molto particolare con Davide perché mi ero ritrovato a rivelargli qual era il suo destino poco prima che morisse, quest’anno molto feeling con Leo, che di tutti i ragazzi e il più devastato dalla malattia: prima ha avuto un tumore alle ossa che ha richiesto l’amputazione della gamba, e dopo il male è passato al cervello. Mi creda anche se si tratta di fiction, muoversi in un set dove si vive la malattia non è facile neanche per un veterano come me di immedesimazione che provo con il personaggio del dottor Alfredi è tale che vivo dentro di me il dolore come se ciò che avviene fosse reale “
Andrea Tidona abbiamo detto di nove ragazzi della fiction sono come figli del dottore. Ma lei nella vita vera non mi ha mai avuti come mai
“non ho figli, ma per ironia della sorte non so quanti decine di figli ho avuto nelle fiction o al cinema: sono stati i miei figli Luigi lo Cascio, Alessio Boni, Marco bocci, Beppe Fiorello, insomma mezzo cinema italiano. Non credo però che se ne avessi avuto sarei stato un buon padre. Non ho mai posseduto il cosiddetto istinto paterno e quando Carla Cassola, la mia compagna e io ci siamo messi insieme ventisette anni fa lei proveniva da un matrimonio e aveva già un figlio l’idea di avere un bambino all’epoca mi sfiorò poi abbiamo scoperto che Carla non avrebbe potuto vivere una seconda gravidanza se non correndo gravi rischi la persona straordinaria generosa qual è Carla dichiarò disposto a farsi da parte lasciandomi la libertà di avere un bambino con un’altra. Io le risposi che un figlio l’avrei voluto solo dalle, che non c’è gioia maggiore che condividere un figlio con la donna che ha così tramonto al progetto. Ma non me ne rammarico “
con Carla Cassola è stato un colpo di fulmine?
” All’inizio stata la si avventura tra attori in tournée, le un’attrice teatrale straordinaria. Andavamo avanti senza impegno e alla fine ci ritrovavamo sempre insieme, senza nessuna idea di ciò che dovesse avvenire tra noi a un certo punto lei mi chiese come mai nonostante fossi un uomo brillante dirigente non avesse la compagna fissa. Le spiegai che aveva un carattere duro, difficile, un po’ particolare. Ero un po’ orso, non riuscivo a legarmi a una persona nel modo classico, fidanzamenti matrimonio. Mi confessai che mi sarebbe piaciuto avere un rapporto primario, forte, intenso, ma non appiccicoso, che mi disse la libertà di uscire, se volevo con un’altra donna, che mi permettesse di fare la mia vita senza impedimenti, limiti e domande. Stranamente Carla non mi mise a ridere come le altre donne alle quali in precedenza avevo fatto questo discorso e mi disse che era disponibile a diventare il mio rapporto primario. Così è cominciata la nostra relazione che sembrava precaria che invece ci vede ancora insieme dopo ventisette anni”
Andrea Tidona non essere mai sposati
“no e viviamo ognuno nelle nostre case, ci incontriamo ora nell’una o nell’altra. È importante avere questa libertà di spazi e anche di pensiero. Riuscire a fare questo esercizio di rispetto nei confronti dell’altro partner e all’occorrenza essere degno all’altro quando senti che ce ne il bisogno, è la formula vincente nel nostro rapporto. Non ci siamo sposati, per la gioia dei nostri amici che sostengono che la quotidianità del matrimonio ammazza”
Andrea Tidona il suo ruolo più comico e quello più drammatico
“sicuramente stato il colonnello la Basca nel film il sette e l’otto di Ficarra e Picone. Era un durissimo ufficiale dei carabinieri che poi rivelava ad essere una persona timidissima, innamoratissimo com’era della moglie che aveva sposato dopo che era stata messa incinta da un delinquente il mio ruolo più drammatico lo vissuto nella fiction il generale della Rovere dove ero Bacchelli, il referente della resistenza nel carcere di San vittore torturato dai nazisti fino quasi alla morte mi ritrovo in una cella con la prospettiva di non riuscire a resistere a una seconda tortura e di finire per confessare che il capo della resistenza. Così mi suicidio. Un ruolo intenso devastante fisicamente ero davvero una maschera di sangue
“
Intervista a Andrea Tidona tratta da Visto. Sito ufficiale di Andrea Tidona