E adesso direttamente da Vero vi dedichiamo questo interessante articolo su Marco Carta di ritorno dall’Isola dei Famosi. Quando in passato sentivo che i naufraghi parlavano dell’Isola come un’esperienza formativa, pensavo fossero esagerazioni, invece…». Invece, ci racconta Marco Carta, l’avventura all ‘Isola dei famosi l’ha davvero cambiato. Lui, ex vincitore di Amici nel 2008 e di Sanremo nel 2009, aveva semplicemente pensato che la sua partecipazione potesse essere utile in vista della pubblicazione del suo nuovo album. Come il mondo, in uscita il 27 maggio. «È stata sicuramente un’esperienza forte: non ho mai detto di esserci andato per ritrovare me stesso… Certo, mi è servito per promuovere il disco in uscita, anche se poi mi sono accorto di essere stato superficiale», dice.
In che senso?
«Sapevo di essere forte, ho sempre fatto tutto da solo, ma non così tanto. Mi sono scoperto anche poco autonomo: mi sono mancate tantissimo la mia famiglia e tutte quelle persone che hanno un ruolo fondamentale nella mia vita, non pensavo fossero così importanti! Mi sono reso conto di avere sempre avuto degli angeli custodi che sottovalutavo. Penso che non sprecherò più tempo nella mia vita».«Non perderò più tempo prezioso»
Cioè?
«Anche in confessionale ho detto che non avrei più sprecato tempo, ma lì le emozioni sono così amplificate che non sono sicuro di essermi spiegato bene. Adesso ho tutto più chiaro in testa. Per esempio, adesso la promozione dell’album mi impegnerà molto e mi farà viaggiare, ma appena avrò due giorni liberi tornerò subito dai miei cari. Prima ero più pigro, non avrei mai fatto la valigia e preso l’aereo per pochi giorni. Ora non sprecherò più tempo e occasioni. Naturalmente intendo anche darmi una regolata: non starò più a lungo a casa, a guardare un film. Voglio uscire, vivere, dialogare, confrontarmi. Senza l’ Isola orse sarei arrivato a 90 anni facendo meno cose. Invece ho capito che ho desideri e forza». «Vorrei ascoltare la mia musica in radio»
Per esempio, cosa vorresti per te come cantante?
«Sono quattro anni che non esco con un disco, ci ho lavorato per due anni e non vedevo l’ora di pubblicarlo. E un banco di prova, nonostante i due singoli Splendida Ostinazione e Ho scelto di no siano andati bene (rispettivamente disco di platino e d’oro, ndr). Però questo non conta, voglio concentrarmi sulla promozione dell’album intero. Soprattutto voglio che arrivi alle radio, con cui ammetto di avere dei problemi. Non in senso personale, ma sono molto selettive nei confronti di “certa” musica italiana”».
Intendi, dopo Amici Marco Carta?
«Da qualche anno, chi esce da Amici viene lanciato anche molto in radio: molte persone che stimo artisticamente, come Alessandra Amoroso, Emma, i The Kolors, i Dear Jack, Alessio Bemabei non hanno subito i preconcetti che ho vissuto io. Allora questo dovrebbe valere anche per la “preistoria di Amici”, come Marco Carta. Spero di conquistarmi delle rotazioni in radio, perché sinceramente penso che Non so più amare (il nuovo singolo del nuovo album, ndr) meriti: è energico, % estivo, tutte caratteristiche radiofoniche».
Tornando dall’Isola, l’esperienza si trasformerà in un progetto musicale Marco Carta?
«Sì, l’ho detto a Signorini e lo confermo. E qualcosa che devo fare adesso che ho ancora tutte le sensazioni forti addosso. Ho già preso nota di queste sensazioni, ho molte cose in mente. Però il prossimo progetto non parlerà dell’Isola in senso stretto, ma del suo effetto: lì tutti i miei sentimenti, i miei demoni, il mio Io erano amplificati».
Qual è una canzone per l’ Isola dei famosi?
«Una ballata triste. All’inizio ho avuto un down pazzesco, mi mancavano i miei amici, la mia famiglia, il frigo… Poi ce l’ho fatta. E Simona mi ha dato molta forza».
Prima di partire avevi detto che la tua paura era la fame.
«Ne avevo paura, ma poi è passata in secondo piano. Ho sofferto di più la nostalgia dei miei affetti e la solitudine. Sei in mezzo a persone che non conosci, che magari non ti piacciono (e viceversa). Poi il tempo permette di cambiare opinioni, ci si può anche ricredere, è davvero un viaggio in tutti i sensi».
Cos’altro ti ha fatto riflettere Marco Carta?
«In Honduras ho capito davvero cosa significa povertà. Durante il tragitto in macchina da San Pietro Sula a La Ceiba, ho visto un bel pezzo del Paese e non sai quante volte avrei voluto fermarmi, mi sentivo male. Ho dato soldi ai bambini, parliamo di cifre per me normali come cinque, dieci, quindici euro, per loro invece somme enormi! Ho visto davvero la povertà, ma la cosa più stupefacente. che ancora oggi mi fa venire i brividi, è che sono sempre sorridenti. Vivono in case di fango, al massimo di mattoni senza finestre né porte e affrontano la vita con il sorriso. Poi, mi ha colpito l’enorme divario tra ricchezza e povertà. In futuro voglio impegnarmi in qualche missione umanitaria. Ci pensavo già prima, ma ora sono ancora più convinto”
Articolo da Vero su Marco Carta