Per i La Rua, usciti alla settima puntata del serale di Amici, il talent è stato una cassa di risonanza per un progetto cominciato già nel 2004. Nel ricco curriculum, la band conta anche Sanremo Giovani e il Festival di Castrocaro, oltre a un disco di debutto con relativo singolo, Non sono positivo alla normalità, lanciato su Mtv New Generation. All’indomani dell’uscita del loro disco Sotto effetto di felicità, per Universal Music Italia, incontriamo Daniele Incicco. cantautore della band, che risponde alle nostre domande, e i musicisti William D’Angelo, Davide Fioravanti, Nacor Fischetti, Alessandro Mariani e Matteo Grandoni.
Avete pubblicato l’album subito dopo Amici, La Rua come è nato?
«Sotto effetto di felicità nasce a cavallo della nostra partecipazione ad Amici: alcuni brani, come quello che dà il titolo al disco, sono nati nella scuola, altri invece sono stati scritti appena siamo usciti dal talent».
Adesso che cosa vi aspetta?
«Stiamo promuovendo il disco e sta andando bene. Per noi è un’esperienza nuova. Stiamo . lavorando tantissimo per presentare l’album nei prossimi concerti. Stiamo chiusi 8 ore al giorno in sala prove, il tour comincia il 25 giugno e cercheremo di offrire un mix che rispecchi il nostro percorso».
Non avete paura del “dopo Amici”?
«Abbiamo partecipato ad Amici per far ascoltare le nostre canzoni. Ci è servito per ampliare il nostro pubblico. Dal talent siamo usciti un sabato sera e il lunedì eravamo già in studio, al lavoro, per terminare l’album. Poi ci siamo subito spostati in sala prove per preparare i live».
Siete un gruppo d’assalto!
«Ho la fortuna di avere con me cinque ragazzi che sono macchine da guerra, come me. Forse nel programma non si vedevano, ma erano sempre lì a fabbricare… Siamo una fattoria musicale. Lo capirete meglio quando verranno pubblicate le foto della registrazione del disco. Crediamo nel nostro metodo, ci impegniamo tantissimo».
La Rua che cosa vi ha lasciato Amici?
«Ci ha rafforzato. È stata una grandissima palestra, anche a livello emotivo, perché si è continuamente sotto esame e bisogna rimanere concentrati, pur accogliendo le critiche o le provocazioni dei docenti. Però, quello che ci aspetta fuori sono concerti e dischi, è il nostro lavoro e vorremmo che lo fosse per i prossimi 10 anni, almeno. Per questo è stato necessario impegnarci da subito».
L’insegnamento o il consiglio più prezioso?
«Il consiglio che ci ha dato Elisa è stato molto utile: ci ha detto di portare sempre tutto all’estremo, per rendere chiaro al pubblico il messaggio che vogliamo dare. Ci ha chiarito le idee».
In che modo La Rua?
«Quando ci hanno assegnato Power Out degli Arcade Fire, quasi non ci credevamo: eseguire un brano simile ad Amici’. Noi abbiamo dato la nostra versione, più pesante dell’origina-le. Elisa ci ha ascoltato in silenzio e poi ha detto: “Ecco, d’ora in poi vi chiederò di picchiare sempre di più”. Arrivavamo da un percorso folk, da quel momento Elisa ci ha fatto capire che il nostro animo aveva bisogno di più forza».
Tirando le somme, il talent I vi ha cambiato?
«Ci ha dato più resistenza emotiva, più consapevolezza
Avete mai pensato di partecipare ad altri talent?
«No, abbiamo scelto da subito Amici perché lascia alle band la libertà di suonare le proprie canzoni, di curare gli arrangiamenti. Dà la libertà di fare tutto, dai mash up (canzone o composizione realizzata unendo fra loro due o più brani, ndr) a quel gesto forte che abbiamo fatto in Non ho la tristezza (si riferisce al bacio tra lui e il suo chitarrista Alessandro, ndr)».
A proposito di quel gesto, come Io commentate?
«Se bisogna comunicare qualcosa, bisogna farlo nel modo più esplicito. Per noi era importante comunicare là liberalizzazione di ogni forma di amore. Noi ci rivolgiamo a un pubblico giovane, che rischia di implodere per certi terremoti emotivi. Abbiamo deciso di fare un gesto che potesse stimolare le persone a fare un passo in avanti. È con i fatti che si può muovere la coscienza. L’avevo già fatto in un videoclip nel 2014, quando vivevo in un piccolo paese, figuratevi che effetto!»
Nel disco ci sono anche canzoni d’amore.
«Sotto effetto di felicità è nata ad Amici. Racconta che cosa succede quando le persone si innamorano di qualcosa o qualcuno. Si sta, appunto, “sotto effetto di felicità” perché l’amore, che è la droga più potente al mondo, mette in questo stato emotivo. Quando-ho provato questa emozione ho scritto il brano»
Intervista a La Rua tratta da Vero