Virginia Raffaele, la comica più irriverente e amata del momento grazie al successo ottenuto al Festival di Sanremo, confermato poi ad Amici, ha momentaneamente smesso di truccarsi come i personaggi che interpreta, solo per tirare il fiato dopo una stagione ricca di impegni e successi.
In vista del nuovo anno televisivo che la vedrà ancora più impegnata e, previsione scontata, altrettanto apprezzata dal pubblico. Che potrà ridere con i suoi simpaticissimi non solo in televisione, ma anche a teatro. A Roma sarà in scena al Brancaccio a gennaio, poi girerà l’Italia. «Sentivo di voler dare un respiro teatrale ai miei personaggi, che saranno più veri del vero. Nello spettacolo che poterò in tournée durate la prossima stagione, intitolato Performance, ci sarà un susseguirsi di maschere nel quale mi inserirò io, Virginia, che proverò ad entrare in scena ma verrò respinta dalle stesse maschere. Che poi è un po’ il problema della mia vita. Forse avrei bisogno di un bravo psicologo», rivela in esclusiva a Visto.
Non perde il gusto della battuta la Raffaele. E ammette che per lei il teatro è anche terapia, se non altro perché le fa porre tanti interrogativi:
Dice Virginia Raffaele
«Mi domando spesso quando indosso una maschera mi espongo oppure mi nascondo. E poi inizio a chiedermi se il personaggio che imito è più se stesso quando lo imito o quando vive la sua vita reale. A volte mi è capitato di vedere gli imitati che imitano l’imitatore che fa la sua imitazione. E un corto circuito strano, nel quale mi perdo anch’io».
Come è il suo rapporto con le sue “vittime” sul palcoscenico?
«Non amo incontrare i personaggi che porto in scena, perché mi allontanano dalla visione che ho di loro. Ma sono stata felice di aver incontrato Carla Frac-ci, che ha apprezzato l’imitazione che avevo fatto di lei al Festival di Sanremo. Lei è stata molto ironica, mi ha fatto piacere. Con qualcuno, come Sabrina Ferilli, c’è ormai un rapporto di amicizia. Ma quando ci vediamo, non parliamo mai di come la imito o di quello che lei si aspetta da una parodia. Poi ci sono quelli che minacciano querele. Ma finora non ne è arrivata nemmeno una».
Tra tutte le imitazioni ce n’è una alla quale è particolarmente legata?
«C’è un personaggio che porto in scena a teatro, totalmente di fantasia, al quale voglio molto bene. E una poetessa transessuale, Paula Gilberto Do Mar. E come lei Giorgiamaura, che è nata ad Amici. E proprio come è stata invadente in televisione, così sarà in scena».
Tra tutte le imitazioni ce n’è una alla quale è particolarmente legata?
«C’è un personaggio che porto in scena a teatro, totalmente di fantasia, al quale voglio molto bene. E una poetessa transessuale, Paula Gilberto Do Mar. E come lei Giorgia maura, che è nata ad Amici. E proprio come è stata invadente in televisione, così sarà in scena».
Quando non indossa le maschere, chi è Virginia Raffaele?
«Lo spettacolo teatrale ruota proprio intorno a questa domanda: interpreto da altri forse sono io stessa a eliminarmi dalla scena. Il mio, è un lavoro da attrice. Metto in me stessa quando scrivo i testi dei personaggi in cui coesistono ironia malinconia. Che sono due miei tratti vivi. Io mi definisco “malinconica bello come neologismo, no?».
Nella prossima stagione Virginia Raffaele sarà prima la compagna di v Mika su Raidue e poi avrà i un programma tutto tuo su Raitre: qualche anticipazione su questi progetti?
«Non posso dire niente. Ci stiamo lavorando: il programma lo andrò a trovare e farò personaggi, alle quali il pubblico è abituato. Del mio programma non so ancora nemmeno ;1 titolo. Non so se sarò Virginia o se ci saranno le mie donne: manca solo un anno ad aprile e non so nemmeno se ci arrivo».
Virginia Raffaele è una donna ansiosa?
«Sì, ma sembro molto rilassata. Il mio direttore di scena mi dice che, ogni volta che lavora con altri artisti, loro se la fanno sotto, io invece no. Cerco di non farmi sopraffare dall’ansia da prestazione perché ho ben chiaro che quello che faccio mi diverte, mi rende felice. Ho anche dei riti scaramantici che metto in pratica in camerino, ma proprio per scaramanzia non li rivelerò mai».
Come vive il successo che l’ha investita dopo la trionfale partecipazione al Festival di Sanremo?
«Non lavoro in funzione del successo. Sono solo concentrata sul fare bene quello in cui credo. È per questo che sono una stakanovista, pignola e molto seria.
Questa può sembrare una contraddizione, perché il fine ultimo del mio lavoro è far ridere, ma è così. Sono altrettanto seria quando dico che non mi aspettavo una così diffusa reazione di affetto verso di me. Mi basta andare per strada per sentire che le persone mi vogliono bene, e lo vivo come un riconoscimento del mio lavoro».
Dopo il Festival la sua vita è cambiata?
«No, è solo salita la mia ansia da prestazione. E pensare che avevo detto di non essere ansiosa. Si è alzato il livello di attenzione. Il mio sogno è quello di divertire sempre e di dare il massimo senza deludere nessuno».
Quando era piccola, cosa rispondeva a chi le chiedeva cosa le sarebbe piaciuto fare da grande?
«Esattamente questo. A scuola ero la compagnona, la buffona, quella che stava simpatica a tutti. Ho sempre inseguito questo sogno, e mi dicevo che, se non fossi riuscita a fare questo mestiere, sarei scappata su un’isola a vendere grattachecche (alimento rinfrescante molto diffuso nella città di Roma a base di ghiaccio grattato a neve con l’aggiunta di sciroppi vari o di succhi di frutta, ndr). È tanto l’amore che provo per la recitazione che, se non fossi riuscita in questo mio intento, per me sarebbe stato un fallimento. La mia famiglia gestiva il luna park di Roma Eur e mi ha trasmesso la passione per lo spettacolo.
Pensa mai al suo futuro come donna e mamma?
«La maternità? Adesso non posso. Ora che mi ricordo, mi scade lo yogurt che ho nel frigorifero».
Tratto da Visto