Etoile, cioè Stella. È questo il maggior riconoscimento che un ballerino può ricevere nel magico mondo della danza. E guardando Roberto Bolle si fa presto a capire perché.
A quarantun anni (che non dimostra affatto), con un fisico da divinità greca e un sorriso da capogiro, Roberto Bolle sembra brillare di luce propria, come una Stella appunto.
È la luce dei traguardi raggiunti, e di una vita dedicata a una passione instancabile, quella di danzare sui palchi più importanti del mondo, leggero come una piuma, forte come un giaguaro.
Abbiamo incontrato il grande ballerino al Festival di Torino, dove ha presentato Roberto Bolle. L’arte della Danza, un documentario dedicato a lui e alla sua arte. È stata occasione per rivolgergli alcune domande sul suo percorso e sulla sua idea di danza, decisamente rivoluzionaria.
E infatti tu sei ormai famoso come una rockstar, ha tantissimi fan che ti seguono ti chiedono foto, autografi.. Ma la notorietà ha anche suoi lati negativi?
«Direi di no, perché noi mi sono’mai fatto travolgere dal successo. È arrivato passo dopo passo, grazie a tante scelte giuste e calibrate che ho fatto nella mia carriera. Proprio per questo non c’è stato un attimo in cui mi sono perso La forza me l’ha data la danza.! che è capace di insegnarti valori forti e saldi e ti obbliga a una dedizione completa, a un lavoro quotidiano sul corpo. Non puoi mai fermarti, nemmeno se hai successo».
Roberto Bolle non è faticoso?
«Molto, ma è una scuola di vita importante, che forma il carattere e la persona. Non ho mai avuto scompensi e non credo li avrò proprio perché il mio carattere è stato forgiato dai sacrifici quotidiani e dalla volontà di fare al meglio quello che faccio, ogni giorno. Proprio per questo credo che la danza porti un messaggio positivo per i ragazzi. La passione è il motore che ti spinge a fare tutto questo, ma non bisogna mai lasciare nulla per scontato, e mai pensare di essere arrivati. Anche quando si è consapevoli di aver raggiunto l’apice il lavoro continua. La danza è una continua ricerca di una perfezione che non esiste, ma a cui si tende».
Il momento più diffìcile della tua carriera?
«Gli anni difficili sono stati senza dubbio quelli della scuola. Giovanissimo, a dodici anni, sono stato ammesso alla scuola di danza della Scala. Mi sono dovuto trasferire da Trino (in provincia di Vercelli, ndr) a Milano, una città a me sconosciuta. Avevo nostalgia di casa, mi sentivo solo. Sono stati anni difficili e conflittuali, ma appena ho capito che la danza sarebbe stata tutta la mia vita le cose sono sempre migliorate».
«Esercizi a lune le ore del giorno»
Roberto Bolle Stai girando l’Italia con i tuoi spettacoli, che cosa c’è dietro ognuno di questi?
«Fatica, prove, viaggi, concentrazione, esercizi a tutte le ore del giorno e della notte. Ma anche momenti di relax e di chiacchiere, di scherzi e di giri quasi turistici nelle fantastiche location in cui lo spettacolo ci porta. Sono stato il primo, con il Bolle and Friends. a ballare a Pompei, o alle Terme di Caracalla a Roma. È stata un’esperienza magica”
La mia vita è tutta lì. tra le immense emozioni che si vivono sul palco e dietro le quinte».
Roberto Bolle e cosa c’è nel tuo futuro?
«Non posso dirlo con certezza, perché molto dipenderà dal mio corpo e dalle sensazioni che riceverò. La danza è un’arte che ha una forte componente atletica, che ci porta a spingere il nostro corpo fino al limite, e non sappiamo fino a quando sarà possibile. Grazie alla tournée Bolle and Friends ho poi iniziato a muovere i primi passi come direttore artistico. Ho avuto la possibilità di scegliere cosa ballare, con chi ballare, e cosa far ballare agli altri. Ho dovuto compiere determinate scelte stilistiche, ed è un’attività che mi piace. Mi piace scoprire nuovi talenti e formare i giovani. Sarò pronto a tutto questo, quando sarà il momento».
Intervista a Roberto Bolle tratto da Vero.