Ha nascosto le sue lacrime e gettato via nostalgia e insicurezze Sergio Sylvestre (26) per partecipare all’ultima edizione del Festival di Sanremo, dove si è classificato al sesto posto incantando tutti con la sua interpretazione intensa e passionale e mostrando al pubblico e alla giuria qualità ed abilità canore decisamente fuori dal comune. Di cui aveva già dato un saggio a suoi fan, che letteralmente lo adorano, nel talent di Maria De Filippi che Sergio ha vinto nel 2016. Grazie a un’estensione vocale e a un timbro black-blues talmente potenti e pronunciati da superare in decibel gli acuti di Albano e far tremare i polsi.
Il gigante buono»
Eppure, ciò che colpisce di lui incontrandolo in albergo a due passi dal Teatro Ariston, è la sua tenera timidezza, la sua cortese affabilità.
A guardare il numero di scarpe (Sergio calza un 46 abbondante a seconda dei modelli europei o statunitensi, ndr), sembra davvero un gigante dal cuore buono e grande: per( chi ricorda il romanzo di Edmondo De Amicis, una specie di Garrone 2.0 dall’indole soul col microfono tra le mani. Di lui Stefano Maiuolo, intimo amico e coautore del brano Con te, scritto in inglese e tradotto in italiano da Giorgia, dice che “è un’anima bella, conosciuta per caso un pomeriggio in una spa di Los Angeles”».
«Sul palco ero tra amici»
Sergio com’è andata il tuo primo Festival?
«Benissimo: è stata una bellissima esperienza, che mi ha regalato sensazioni indimenticabili, anche se io canto da una vita ed ero tra amici con Elodie e gli altri, praticamente a casa. Sto vivendo un momento molto sereno, sono felice».
Al tuo look chi ci pensa? Hai scelto tu gli abiti sfavillanti indossati a Sanremo?
«No, a quello provvede un team fortissimo di amici americani, che mi fa sempre essere cool e figo sul palco o quando faccio i miei show. Grazie a loro sono a mio agio».
Pensi che metterai mai uno smoking?
«Ci sta, ma per il momento no, non è proprio nel mio stile: mi farebbe sembrare troppo grande, troppo papà».
Sei il primo ad emozionarti quando canti, a volte sembri trattenere le lacrime a stento, è davvero così?
«Sì, a Sanremo, per esempio, ero emozionatissimo e molto teso: cantare in italiano è difficile, tostissimo, ma è così bello, a me piace tantissimo la vostra lingua. Io ho sempre un po’ di ansia prima di un’esibizione, un attimo sto bene e quello dopo sono proprio di fuori: sto cercando di imparare a mantenere la calma, per fare meglio le cose».
Sergio Sylvestre Come ti è venuta l’idea della tua canzone?
«Con Stefano, per gioco a casa sua, l’abbiamo scritta così ma parla di sentimenti intimi: inizialmente si chiamava conosciuti facendo la With you, poi l’ho po sauna»,
Intervista a Sergio Sylvestre tratta da Vero.