Ie cronache le chiamano le stragi del sabato sera: è una piaga che non si riesce a debellare neppure con l’inasprimento delle sanzioni, come è avvenuto recentemente con l’introduzione del reato di omicidio stradale.
Sono tragedie che colpiscono tante famiglie di giovani stroncati non solo dalla fatalità e dall’imprudenza alla guida, ma dall’abuso di alcol o dall’assunzione di sostanze stupefacenti.
Non è consolatorio leggere le statistiche e apprendere che nel 2016 gli incidenti, mortali e non, causati dalla guida in stato di ebbrezza o dopo l’assunzione di droghe sono diminuiti rispetto all’anno precedente. Nel 2016, infatti, solo durante i sabato sera, ci sono stati comunque 2.730 incidenti con 119 morti e centinaia di feriti e nei tre giorni del fine settimana ben 832 vittime e migliaia di feriti: almeno un terzo degli incidenti mortali è da attribuire agli abusi di so-
stanze. La sola prevenzione, purtroppo, non è un argine sufficiente: nell’intero 2016 i controlli sono stati 1.430.000 e le persone fermate per ubriachezza sono state 18.252 e ben 1.281 per aver assunto sostanze stupefacenti. Questa prevenzione ha certamente evitato tanti altri incidenti, ma ancora non basta! Per questo si stanno studiando sistemi automatici che impediscano al conducente l’accensione del veicolo in caso di rilevamento di un tasso alcolemico pericoloso.
La tecnologia può essere d’aiuto
Negli Stati Uniti. l’Università del Michigan ha condotto studi e ricerche che dimostrerebbero come un etilometro integrato con la meccanica del veicolo per bloccare l’accensione del motore in caso di abuso potrebbe evitare F85 per cento degli incìdenti attribuibili all’abuso stesso e risparmiare lutti e feriti per 1,3 milioni di persone.
In Europa, Francia e Olanda si sono già mosse su questa strada, prescrivendo dei kit obbligatori a bordo per chi è già incorso in infrazioni alla legge sugli abusi di alcol.
Dispositivi di blocco della corsa di veicoli tranviari e metropolitani sono da anni in uso normale sui mezzi delf’Atm di Milano, per il caso di un malore improvviso del conducente: sono dispositivi presenti in tutti i veicoli di trasporto su “ferro” in Italia e all’estero.
Insomma, la tecnologia non manca ed è sempre più sofisticata, in grado cioè non solo di “annusare” il minimo sentore di alcol, ma anche di cogliere molecole diffuse di sostanze stupefacenti. L’ingegnerizazione di questi sistemi per la grande produzione ha certamente un costo, ma quanto vale una sola vita umana? Quanto vale tyia menomazione permanente per la persona coinvolta, per la società e per t familiari, impegnati magari per sempre ad assistere alla vittima?
Come MOICA, da tempo, ci siamo posti questo problema e sosteniamo che non bastano più le campagne di sensibilizzazione, i divieti e le norme penali. È tempo di sviluppare e applicare le nuove tecnologie che, a livello di grande produzione, avrebbero un costo contenuto, alla pari di molti optional di discutibile utilità. Per questo in autunno l’Associazione scenderà in piazza per la raccolta di firme, affinché la proposta di legge presentata dal MOICA e che ha riscosso nel Convegno dì Roma plauso e consensi autorevoli, possa essere portata a compimento e il nostro Paese possa farsi promotore di una iniziativa di sperimentazione.
Articolo tratto dalla rivista VERO