Artista versatile, Savino Zaba si divide tra Tv, radio e teatro. Nel suo curriculum ci sono Quelle brave ragazze e Uno-mattina – Storie Vere su Ra-iuno, Italia nel pallone (al fianco di Malcom Pagani) su Rai Radio 2 e tanti spettacoli in giro per l’Italia.
Qualche giorno di vacanza riuscirai a strapparlo?
«Quest’anno, visti gli impegni, ho poche possibilità di andare in vacanza, ma quando posso mi “rifugio” a Maccarese, sul litorale laziale. Ho tante serate in giro per l’Italia e la mia famiglia non sempre mi seguirà. Ad ogni modo, la mia compagna Ele-na e il piccolo Niccolò restano il mio punto di riferimento in tutto quello che faccio, lavoro compreso».
Dove ti vedremo impegnato quest’estate Savino Zaba?
«Oltre che nel mio spettacolo di teatro-canzone Canto… anche se sono stonato, ci saranno alcuni importanti festival, premi e manifestazioni in cui avrò il ruolo di conduttore. Tra gli altri, il Premio Amnesty a Rosolina Mare, vicino Rovigo, e il Premio Heraclea a Policoro in provincia di Matera. Il palcoscenico è il mio habitat ideale».
Nelle foto che pubblichiamo in questo servizio sei in ottima forma: qual è il tuo segreto?
«Mi alleno almeno tre giorni a settimana, facendo jogging all’aperto e curando quanto più possibile l’alimentazione. Faccio attenzio-
ne alle materie prime con cui sono preparati gli alimenti e cerco di seguire una dieta equilibrata. La sera non esagero quasi mai nelle quantità e rispetto gli orari: non ceno mai dopo le 20.30. Siamo quello che mangiamo».
Lo scorso anno eri impegnato su Raiuno con EntreRai all’interno di Quelle brave ragazze, Savino Zaba quest’estate niente televisione?
«Ho preferito non cedere alle “tentazioni” della Tv e concentrarmi sulle serate e sulla scrittura di alcuni nuovi format. Il piccolo schermo è un diavolo tentatore, ma non bisogna accettare qualsiasi cosa pur di esserci. Ammetto che mi manca molto la quotidianità, com’era in Storie Vere su Raiuno, ma aspetto l’occasione giusta».
Progetti in vista per la nuova stagione televisiva?
«Mi piacerebbe condurre un programma di intrattenimento, magari un game show o un preserale. Sarebbe una bella sfida, per preparami a possibili esperimenti ancora più importanti. C’è bisogno di un allenamento costante, la televisione richiede una presenza continua per fidelizzare il pubblico a casa».
Sono lunghe le attese tra la scrittura e la realizzazione di un progetto?
«Sì, estenuanti e faticose. Questo lavoro richiede un grande equilibrio e un’enorme forza mentale. Quando sei “fermo” il telefono squilla meno, l’interesse collettivo cala e le attese diventano lunghissime. Un po’ come per chi a calcio non gioca titolare, è importante farsi trovare sempre pronti. Per avere il giusto equilibrio, sani valori e famiglia sono la medicina giusta».
Sei stato nel cast di Tale e Quale Show, ripeteresti l’esperienza?
«Sì, è stata una delle avventure professionali più
sorprendenti del mio percorso artistico, perché è un varietà a tutti gli effetti. Dopo quella trasmissione non ho ricevuto proposte tanto interessanti da convincermi a tornare in Tv. Mi hanno offerto anche di partecipare a un reality, ma la cosa al momento non mi interessa. Anche se mai dire mai!».
Hai scritto il libro Parole parole… alla radio, pubblicato da Graus.
«Analizza il linguaggio radiofonico dalle origini fino a oggi. È stato il regalo per i miei primi trent’anni di radio, è splendido girare l’Italia per presentarlo nelle librerie, nelle scuole e nelle università».