Ogni voce è governata da un’anima, e aiutarla a fiorire è l’aspetto più interessante del mio lavoro»: così Maria Grazia Fontana, musicista, can tante, direttrice di coro e vocal coach di Tale e Quale Show, su Raiuno, descrive il suo mestiere.
Da 10 anni nel team di Tale e Quale Show
Eclettica professionista, è entusiasta di far parte della squadra di Carlo Conti, alla guida del fortunato programma da ormai otto anni, e di aiutare i suoi allievi a calarsi, di settimana in settimana, nei panni di grandi cantanti. Maria Grazia porta avanti
questo compito con una grande capacità di mettersi in ascolto: in tutti sensi.
Come si è sviluppata la tua passione per la musica Maria Grazia Fontana?
«Sono cresciuta in mezzo alla musica. Da giovane mio padre, musicista jazz, si esibiva sulle navi con una sua orchestra; mia madre, Delia, romagnola, si era diplomata alla scuola Luigi” Oreste Anzaghi di Milano, era un’ottima lettrice e aveva suonato con orchestre di liscio.
I miei nonni, però, timorosi del fatto che con l’arte non ci si potesse guadagnare il pane, avevano aperto loro un negozio. Nonostante ciò la musica ha continuato a scandire la nostra vita. I miei genitori organizzavano feste danzanti, mamma dava lezioni di musica e dopo cena si cantava e si suonava».
Quando è emerso il tuo talento Maria Grazia Fontana?
«In prima media chiesi di essere iscritta al Conserva-torio Santa Cecilia di Roma. Al Conservatorio volevano farmi studiare l’arpa, ma ripiegammo sul piano perché ne era già stato acquistato uno per Paolo, mio fratello maggiore: ed è stato meglio così, perché è uno strumento più versatile e mi ha permesso di orientarmi verso un repertorio pop, che ho sempre preferito alla musica classica».
«Ho esordito con Profondo Rosso»
A tredici anni hai interpretato la celebre canzone del film Profondo Rosso: che cosa ricordi di quella esperienza?
«Era il 1975 e fui segnalata al maestro Giorgio Gaslini, che teneva al Conservatorio un corso sperimentale di jazz unni coach di Tale e Quale Show Maria Grazia Fontana (61 anni) posa con il marito Pasquale Schembri e i loro figli Martino (23) e Giovanni (36). e cercava una ragazza giovane che cantasse e suonasse. Arrivai al provino con mio fratello, in motorino. Il Maestro suonò al piano una linea melodica e mi chiese di cantarla con una voce da bambino: così feci, e fu “buona la prima”. Quando uscì il film, vietato ai minori di 15 anni, mi truccai e indossai la minigonna per poterlo andare a vedere al cinema, ma non immaginavo fosse un horror, e sin dalla prima scena sprofondai nella poltrona, terrorizzata!».
Hai lavorato con grandi cantanti come Giorgia e Noemi, prodotto musical, diretto cori: quali fra queste esperienze è stata la più stimolante?
«Ogni esperienza è stimolante perché richiede energie e risorse sempre nuove. Fra quelle che ricordo più volentieri ci sono certamente i musical: penso ai Promessi Sposi di Michele Guardi, a Diaj cui a in Love o I a Tosca con Lucio Dalla, I un vulcano I di creatività, idee, ironia e simpatia. Ho avuto enorme soddisfazione anche dalla direzione della Petite Messe Solennelle di Rossini a Roma, un’opera difficilissima, in questo caso declinata in versione gospel».
Nel frattempo, hai sposato un musicista e anche i vostri figli 10 sono… Come si svolge la vostra vita quotidiana?
«In effetti si è ricreata la situazione che vivevo con i miei genitori e i miei fratelli! Mio marito, Pasquale Schembri, suona la tromba, uno strumento difficile che richiede costante esercizio. Il mio figlio maggiore, Giovanni, suona la batteria, mentre il piccolo, Martino, suona la chitarra ma è anche compositore e arrangiatore. La musica è onnipresente ed è un potente linguaggio comune, che ci permette di comprenderci profondamente».
Per i tuoi ragazzi è stato naturale percorrere questa strada?
«Giovanni è stato investito dalla musica in pieno, avendola vissuta da vicino sin da piccolo. Martino, che ha dodici anni di meno, ha vissuto un percorso più curioso. Io e mio fratello Attilio (ex membro dei Ragazzi Italiani) gli affidammo un ruolo nel nostro musical Actor Dei, e lui lo interpretò egregiamente. Una volta conclusa l’esperienza, però, dichiarò
che di musica non ne voleva più sapere: salvo restare folgorato, tre anni dopo, dall’ascolto dei Led Zeppelin!».
«Amiamo il calcio, ii mare, le passeggiate»
Che cosa vi piace fare tutti insieme quando non vi dedicate alla musica?
«Amiamo il calcio, la buona cucina, le passeggiate aH’aria aperta, il mare e i viaggi».
Fontana è nella sua casa di campagna fuori Roma, dove ama trascorrere molto tempo all’aria aperta dedicandosi al giardinaggio. Il resto del tempo è sempre e comunque scandito da momenti “musicali” con la sua famiglia: il marito Pasquale suona la tromba, il figlio maggiore, Giovanni, è un batterista, mentre
il minore, Martino, si dedica alla chitarra. vocal coach a Tale e Quale Show: come si svolge il lavoro con i tuoi allievi?
«Noi coach dobbiamo mettere in campo un po’ di “accademia” e un po’ di esperienza, lavorando con gli artisti a partire dalla loro personalità. Poi, con pazienza, si interviene sulla voce e sulle tante possibilità di sfumarla grazie ai risuonatori. Nel tempo ho lavorato con personaggi straordinari. Di recente mi sono divertita con l’attore Francesco Paolantoni e, anni fa, con Fabrizio Frizzi: era un’esplosione i energia e positività, aveva sempre un sorriso per tutti».
«Carlo Conti, un grande capitano»
Quale pensi sia il segreto el successo di Tale e Quale how?
«Penso che Tale e Quale ricordi i grandi spettacoli del passato, in grado di far sognare ed evadere. Carlo Conti, poi, è un grande capitano, sa infondere positività a tutta la squadra: siamo davvero una grande famiglia e credo che il pubblico lo percepisca, premiando il duro lavoro che c’è dietro al programma».
Articolo tratto da Vero.
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