E’ unanimamente riconosciuta come una delle regine della Tv: una donna forte, determinata, sicura di sé e carismatica. Un modello femminile amato da milioni di telespettatori, considerata priva di insicurezze e fragilità. Ma in realtà anche Maria De Filippi ha un tallone d’Achille: la paura delle malattie.
«I un’iniziativa davvero lodevole»
La conduttrice Mediaset, infatti, ha svelato di soffrire di ipocondria acuta, un disturbo che fa credere di avere qualche patologia anche quando si è perfettamente in forma. E stata lei a confessarlo in alcune interviste, scherzandoci anche su, probabilmente allo scopo di esorcizzare questa sua debolezza.
«Io soffro di ipocondria acuta, penso di superare anche Carlo Verdone. Conosco tutto e, se sento qualcuno che ha avuto un malessere, suggerisco sempre tutte le visite che può fare». E così, anche la sua rubrica telefonica è un lungo elenco di specialisti: «Nel mio cellulare ho i numeri di telefono di un otorinolaringoiatra, di una dottoressa che chiamo anche a mezzanotte che sa tutto di me. E ho anche il numero di un primario del reparto rianimazione… che non si sa mai»,
ha raccontato un po’ di tempo fa a Fabio Fazio nel corso di una puntata di Che tempo che fa.
Una paura, quella per le malattie, che ha deciso di affrontare nel migliore dei modi: attraverso la prevenzione. Per questo, quando qualche giorno fa il dottor Giorgio Meneschincheri, urologo e direttore medico delle relazioni esterne della mell Irccs, l’ha invitata alla nona edizione dell’iniziativa solidale Tennis and Friends, la conduttrice non ha esitato ad accettare.
Nonostante in questo periodo sia impegnata nella conduzione dei suoi amatissimi Uomini e donne e Tu si que vales e stia preparando
la prossima edizione di C’è posta per te, Maria è scesa in campo al Foro Italico di Roma per sfidare a tennis i suoi colleghi, ma soprattutto per sottoporsi a qualche visita medica, consigliando caldamente ai suoi numerosi fan di seguire il suo esempio, perché un controllo medico, molte volte, può salvare la vita. Grazie alla ricerca, anche alcune malattie che un tempo sembravano non avere una cura oggi ce l’hanno. Vero l’ha incontrata proprio durante il Tennis and Friends.
Maria de Filippi quanto è importante una manifestazione come il Tennis and Friends?
«È un’iniziativa lodevole, perché mette a disposizione di tutti i cittadini dei padiglioni con medici davvero competenti. Sarebbe bello se questa iniziativa durasse tutto l’anno, visto che a volte per un’ecografia bisogna aspettare anche dodici mesi. E sarebbe bello se coinvolgesse tutte le strutture sanitarie della Capitale».
«Bisogna fare spesso dei controlli»
Quanto è necessaria la prevenzione?
«Prendersi cura di sé da un punto di vista medico dovrebbe essere qualcosa cui nessuno dovrebbe rinunciare. Io credo molto nella prevenzione, un aspetto che dovrebbe entrare a far parte della nostra quotidianità e che, secondo me, viaggia su due binari. Da una parte, la prevenzione è uno stile di vita, perché praticando più sport si possono prevenire molte malattie. Dall’altra, è uno strumento utile per allungare la vita, sottoponendosi più spesso a check up e controlli».
«La Tv può rendere più consapevoli»
A proposito di educazione, Tennis and Friends ha dedicato una giornata anche alle scuole: che cosa ne pensi?
«Trovo bello il fatto che sia stata dedicata una giornata alla lotta contro il bullismo e alla campagna di sensibilizzazione per una corretta alimentazione. Ho letto che sta aumentando l’obesità tra i ragazzi e sembra ci sia una correlazione con la dipendenza da Internet e dalle nuove tecnologie. Il web ormai fa parte della vita quotidiana delle nuove generazioni, l’importante è che vivano questa innovazione cosi come noi vivevamo la televisione: con parsimonia. Se la sera passi il tempo davanti al pc o alla televisione, durante il giorno sarebbe bene dedicarsi almeno a un’ora di sport».
La televisione potrebbe essere uno strumento per renderli più consapevoli?
«Assolutamente sì, parlare di prevenzione in televisione è importante soprattutto se ci si rivolge a un target molto giovane e se i testimonial sono ragazzi come loro: la vivrebbero meno come un sermone».
Articolo tratto da Vero
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