Quando Albano ha deciso di confermare i concerti con Romina, Loredana non si è ingelosita: «Adesso più che mai mi sento una donna innamorata, appagata e felice. Questa estate faremo un viaggio con i nostri figli per staccare la spina», dice.
Saranno state le lunghe passeggiate sotto gli ulivi, la buona cucina pugliese oppure l’affetto della sua famiglia, ma Albano Carrisi sembra rinato.
«E in netta ripresa»,
dice la compagna Loredana Lecciso, che non si è staccata da lui neppure un’ora, sia quando il cantante è stato colpito da infarto nel dicembre scorso sia durante la recente degenza all’ospedale Vito Fazzi di Lecce dopo la ischemia.
Tanto è forte, il “Leone” di Cellino San Marco, che ha deciso di tornare a cantare sia con la ex moglie Romina Power sia da solo.
«Se fosse per lui»,
confida Loredana, che ha debuttato due mesi fa con un programma tutto suo a Radionorba Le donne lo sanno, visibile ogni venerdì alle 19 sulla piattaforma Sky al canale 730, insieme con Rita Dalla Chiesa e con me
«Albano avrebbe ripreso a cantare il giorno dopo. Non si risparmia»,
spiega la conduttrice salentina.
«Ha energia da vendere»,
continua Loredana.
«Ma i figli Yasmine e Albano junior, detto Bido, gli hanno strappato una promessa: questa estate faremo un viaggio tutti insieme. I ragazzi mi hanno chiesto di seguirli e io ho detto sì».
La tappa prevista è in Grecia, un giro delle isole, lunghe nuotate, pomeriggi distesi al sole, cucina mediterranea.
In fondo, come racconta la Lecciso in questa lunga intervista al nostro giornale, lei e Albano si sono rivelati nel tempo più simili di quanto inizialmente potevano dirsi. Amano la vita semplice, lei addirittura si definisce una abitudinaria, una salentina che probabilmente non lascerebbe mai la propria terra neppure se le arrivasse una imperdibile offerta estera. Io la conosco bene, posso garantire che quanto vi sto per rivelare è pura verità. Eppure nell’immaginario collettivo la Lecciso resta ancora la bellissima ragazza che ha “sedotto” il grande Albano, l’uomo già sposato con la Power, padre di quattro figli, con un doloroso divorzio alle spalle.
Non sono stati certamente anni facili per Loredana, che doveva misurarsi ogni volta con l’ingombro di una ex moglie tanto presente quanto lo era Romina. Non è stato semplice per lei, figlia di un medico pugliese, due sorelle, una figlia, Brigitta Cazzato, nata dalle sue prime nozze, individuare una propria strada.
In principio c’è stato l’exploit di ascolti in TV dopo il famoso balletto con la gemella Raffaella a Domenica In da Maia Venier, poi ci sono state mille ospitate, reality, addirittura ci sono stati intellettuali che si scomodavano per decodificare la fenomenologia del successo di una donna, Loredana appunto, famosa senza avere mai dato prova artistica del proprio talento.
Sedute sul divano della elegante magione di Cellino San Marco, Loredana e io ripercorriamo, come se lei fosse sdraiata sul sofà dell’analista, le tappe degli ultimi quindici anni della sua vita. Caffè, biscottini e qualche pezzetto di cioccolato fondente ci fanno compagnia mentre, per la prima volta, lei accetta di raccontarsi in una intervista “senza barriere”
«Sono diventata famosa quando mi sono messa con Albano, è vero, ma se ti dicessi che non coltivavo questo sogno artistico mentirei»,
racconta Loredana.
«Lavoravo già in una piccola TV privata, Canale 8, volevo fare la giornalista o la conduttrice. Ma nei miei sogni di adolescente non c’era il mondo dello spettacolo. Le mie sorelle e io giocavamo a fare le mamme delle nostre bambole; immaginavamo, cosa che si è effettivamente realizzata, che avremmo avuto prestissimo i nostri figli, vivevamo l’atmosfera serena e calda di una famiglia unita.
«Se mi chiedevano: “Che cosa vuoi fare da grande?”,
rispondevo la mamma o l’insegnante di Educazione fisica. Ci sono andata vicino, ho avuto Brigitta a venti anni, poi Yasmine e Bido. Come madre, pur negli alti e bassi del mestiere più difficile del mondo, quello di genitore, mi sento appagata. Ho potuto contale, con i figli più piccoli, su un padre fantastico, protettivo ma tenero. Albano è il padre ideale con cui avere bambini, riesce a trovare la “giusta distanza” che non fa diventare un genitore amico ma è affettuosamente vicino, nonostante incarni un modello pedagogico inevitabile».
Loredana parla senza pause, le insicurezze del passato sembrano un lontano ricordo. E una donna risolta, consapevole dei propri talenti.
«Che stagione stai vivendo, al netto del dolore e della paura per i malanni di Albano?»,
le chiedo.
«Vivo un momento di grande energia»,
dice Loredana Lecciso.
«Finalmente ho convogliato le mie forze in un progetto come quello della radio e della TV a Radionorba che mi sta permettendo di individuate i miei punti di forza, psicologici e professionali. Quando nel 2005 mi è venuto addosso tutto quel successo improvviso, io non mi ponevo neppure la domanda:
“Da dove proviene questa empatia così inanestabile con il pubblico e che cosa ci voglio fare io?”.
A quell’epoca mi offrivano cifre stratosferiche per partecipare ai programmi o per condurre, non ho mai fatto calcoli. Credo di essere emersa in modo così prepotente, a tratti addirittura scomposto, proprio perché non ho mai pianificato un passaggio. Ero quella che ero, troppa TV mi metteva in crisi, preferivo fare una ospitata e poi rientrare a casa dai miei figli, che hanno avuto comunque la precedenza su tutto.
«Adesso i ragazzi sono più grandi, l’idea di mettermi in gioco con un programma come quello di Radionorba mi ha fatto paura solo all’inizio. Intanto, io sono una che si sposta con difficoltà, che ama i suoi riti, la quotidianità fatta magari di un buon libro e di un caffè sotto gli ulivi, piuttosto che la mondanità in giro per il mondo. Fare questa trasmissione, in fondo, mi consente di fare avanti e indietro in giornata tra Cellino e Conversano, senza stravolgere i miei equilibri di donna, che sono essenziali».
Fondamentale è stata la presenza di due amiche, Rita Dalla Chiesa e io.
«Mi sono sentita protetta»,
a mette Loredana.
«Poi ho capito che da te e da Rita avrei avuto s< da imparare. Mi sono rimessi scrivere, voglio rifare il percoi per prendere il tesserino da giornalista pubblicista. Penso, insomna investire sul mio futuro non se per quanto riguarda l’aspetto a posteriore, ma anche per quanto rigu; da il piano più culturale e professionale».
Non crediate di sapere che Loi dana si sente una donna fatale se perché è attenta ai suoi capelli c pure allo smalto della manicu sempre perfetta. Gli insegnarne! che la sua famiglia le ha trasmes sono altri.
«Che infanzia hai avuto?», chiedo.
«Tranquillissima», mi risponc
«Mi ricordo che di pomeriggio andavo in chiesa con le amiche di famiglia, che erano anche pazienti di mio padre medico. Venivano a prendere me e mia sorella, ci portavano a dire il rosario. Per noi, ragazzine, era una esperienza bellissima. Io non vedevo l’ora di diventare grande per essere come quelle signore.
«Mio padre e mia madre sono molto credenti, praticanti. Io mi chiamo Loredana per devozione alla Madonna di Loreto. La domenica noi, come famiglia, non mancavamo una messa alla basilica di Santa Croce. Ho avuto una infanzia e una adolescenza costellate di certezze: la scuola a due passi dalle Marcelline, le passeggiate per il centro di Lecce.
«Ancora adesso, quando accompagno i miei figli, mi fermo davanti all’istituto magistrale, mi basta stare a guardare per pochi secondi la mia ex scuola che sono già ricaricata. Ho bisogno di “sentire” la mia città, mi servono i piccoli rituali che segnano le mie giornate: ogni tanto un massaggio, la musica, la grigliata con gli amici.
«A questo punto della vita non mi fanno più paura né la vecchiaia né la morte. Rima invece avevo timore di tutto quello che si consumava. Ero più arrabbiata, ma infinitamente meno solida di quanto sono adesso. Tutti pensiamo che la forza si identifichi nella grinta o nell’aggressività, invece è più forte chi riesce a tacere. Ho imparato ad ascoltare e il trucco
evitare i conflitti o gh strappi».
Le chiedo se ha fatto mai psico-terapia e Loredana ride divertita:
«No, il mio psicologo è stato il tempo. C’è stata una fase della mia esistenza, quando ero più giovane, in cui giocavo ad anticipare, forzavo se le cose non venivano spontaneamente, come se le volessi a tutti i costi. Forse temevo di cambiare idea, di non raggiungere quelli che allora mi sembravano obiettivi sostanziali, ineludibili. Sbagliavo, il danno maggiore lo facevo a me stessa perché non davo tempo alle cose o alle situazioni di evolversi in maniera naturale, fisiologica. –
«Mi è bastato capire che sarebbe stato sufficiente, in molti casi, solo aspettare, tutto intomo a me è cambiato, sono cambiata anche io. Il rapporto con i miei figli, con il lavoro e con Albano è molto equilibrato perché io sono meno vulnerabile. In fondo, se nel momento della rabbia ci fermiamo a riflettere, scopriamo da soli che i problemi non si risolvono urlando, ma ragionando, mettendo serenità anchenei sentimenti o nei rapporti».
Lei e Albano non si sono mai lasciati se non per qualche giorno. Diciamolo una volta per tutte: il loro amore è forte, intenso, appassionato.
C’è chi è pronto a scommettere che finiranno per sposarsi entro il 2018, anche se nessuno dei due si sbilancia, anzi, Loredana non vuole sentire neppure pronunciare la parola “matrimonio”.
«Dicono che tu sia gelosa di Romina, è vero?»,
le chiedo.
«Secondo te, alla mia età o a quella di Romina, si può essere gelose?»,
risponde Loredana.
«Facciamo cento anni insieme, non possiamo permettercelo»,
ride ancora.
«Albano e io abbiamo alti e bassi come tutti, abbiamo due caratteri forti, ci capita di litigare. Lui dice di me che quando mi arrabbio sono ancora più efficace, invece io sostengo che nel tempo abbiamo scoperto di essere molto più uguali di quanto potessimo pensare nei primi tempi del nostro rapporto.
«Per esempio, sulla educazione dei figli la pensiamo allo stesso modo. Siamo presenti, evitando di diventare oppressivi. D segreto della nostra unione è anche nel fatto che io sono stata spesso l’uomo di me stessa, sono abituata a vedermela da sola, non ho mai goduto di protezioni dall’alto. Credo che Albano apprezzi di me lo spirito di intraprendenza, la voglia di fare, la mia umiltà. Io ci provo, poi magari sbaglio, ma le esperienze servono tutte.
«Attualmente la trasmissione di Radionorba è un momento importante perché mi consente di capire che cosa voglio fare della mia carriera in fumro. La cosa interessante è che Albano mi spinge a farla. Anche quando era in ospedale e io pensavo di azzerare tutto per staigli vicino, il più deciso era lui. Ad Albano questo trio fatto da Rita, te e me piace molto».
«Insomma, è una pianta che potrebbe dare i suoi frutti», dico io fingendo di provocarla. «Giusto?».
«Vedremo», dice Loredana «per adesso ci hanno confermato ancora altre puntate. Questo significa che alla famiglia Montrone, che è proprietaria del gruppo di Conversano, la cosa piace. Così come piace al pubblico che ogni settimana ci sommerge di messaggi, di e-mail e di telefonate.
«A proposito di piante, vedi questo ulivo stupendo che c’è in giardino?», mentre me lo domanda usciamo insieme e me lo mostra. E davvero bello.
«Albano lo ha piantato quando è nato Bido», si emoziona.
«Quando ti vuole corteggiale», le chiedo ancora prima di salutarci «ti regala rose rosse o cioccolatini?».
«Dai, non scherzare», risponde Loredana «non siamo tipi da ricorrenza. Magari ci facciamo regali quando non è il compleanno o San Valentino. Non sono i doni che contano, ma i sentimenti, i pensieri o le azioni. Addirittura, più di tutto, è la motivazione delle nostre azioni. È quella che spiega quale strada vogliamo prendere».
La sua, ne siamo convinti, la lega ad Albano da qui all’eternità, matrimonio o no.
Comunque vada, ci potete scommettere, non si lasceranno mai.
Intervista a Loredana Lecciso che parla di Albano Carrisi realizzata da Monica Setta tratta da diPIU’
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