Per Nicole Orlando l’ultimo anno è stato ricco di emozioni e di grandi vittorie. È nata ventidue anni fa a Biella, con un pezzettino in più rispetto agli altri bambini: quel pezzettino è il
cromosoma della sindrome di Down, quello che lei chiama “il cromosoma della felicità”. Ha iniziato a fare sport a nemmeno tre anni, quando papà Giovanni e mamma Roberta l’hanno iscritta alla società di ginnastica La Marmora -Team Ability. Col tempo, inizia a praticare tanti sport e riesce in tutti: il nuoto, la ginnastica, il lancio del giavellotto e l’atletica leggera.
Già a pochi mesi andava in piscina
In poco tempo diventa un’atleta a tutto tondo. Un anno fa è entrata nella leggenda: i suoi quattro ori e un argento ai Mondiali per atleti con sindrome di Down in Sudafrica sono stati solo l’inizio. Oltre che una grande atleta, infatti, Nicole è una ragazza dalle mille risorse. Milly Cariucci l’ha voluta a Ballando con le Stelle, dove
in poco tempo è diventata una “superstar” ed è arrivata in finale. Si è allenata senza sosta con il suo coach, il ballerino Stefano Oradei, sempre con il sorriso sulle labbra.
Ora Nicole ha voluto raccontare questo ultimo e meraviglioso anno, ma anche tutta la sua vita, in un libro, Vietato dire non ce la faccio, edito da Piemme e scritto insieme alla giornalista della Gazzetta dello Sport Alessia Cruciani. «Ho rivissuto con Alessia la nascita, la scuola, le vittorie ai Mondiali, i rapporti con i tecnici e gli allenatori che mi hanno seguito, in particolare Bruno Piccolo e il Team Ability»,
ci racconta Nicole, con la quale facciamo una chiacchierata.
Ma tu non ti fermi davvero mai? Ora anche il libro…
«Ho voluto raccontare la mia storia, dall’inizio. Le grandi emozioni, la mia vita, i miei fratelli, alcuni episodi simpatici, e poi la nonna, che ancora mj fa tanto emozionare, e il nonno. Descrivo quello che mi è capitato, anche l’ultimo anno davvero speciale. Ma soprattutto racconto tutta la grinta che ho dentro».
Nicole Orlando è vero che, a pochi mesi di vita, facevi già sport?
«Sì, a sei-sette mesi ero già in piscina. Poi a tre anni l’atletica. Amo così tanto lo sport che ha fatto e farà sempre parte della mia vita, è nel mio sangue. Oggi per l’atletica mi alleno almeno due volte a settimana, ma faccio anche nuoto e ballo».
È passato quasi un anno dal trionfo ai Mondiali in Sudafrica. Ti sei scoperta famosa all’improvviso. Che cosa hai provato?
«E stato un anno davvero impegnativo, pieno di emozioni, impegni sportivi ma anche di tanto altro. Tv, radio, interviste. Insomma, cose a cui non ero abituata ma che mi hanno reso davvero felice».
«Ho raccontato la mia storia»
Il libro inizia con il ricordo di Capodanno, quando a casa ascoltavate il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che a un certo punto ti ha citata come esempio di coraggio e di forza per il nostro Paese. Che cosa ricordi di quel momento?
«Eravamo in montagna, a Bielmonte, sopra Biella, la mia città. I miei genitori come tutti gli anni hanno voluto ascoltare il messaggio del Presidente. Quando ho sentito il mio nome mi sono anche preoccupata, all’inizio. Non capivo perché avesse parlato di me. Ricordo di aver detto: “Ma io non ho fatto niente”. Poi mi è stato tutto chiaro: un momento incredibile. straordinario».
E mamma e papà come hanno reagito?
«Sono rimasti davvero allibiti, nessimo in casa poteva crederci!».
Per te c’è stata anche la bellissima esperienza di Ballando con le stelle, che ti ha fatto conoscere ancora di più al grande pubblico…
«Mi sono divertita tantissimo, ho mostrato come sono davvero, e insieme mi sono commossa. Con tutto il cast di mi sono trovata davvero bene, sono persone stupende. Ricordo che quando Milly Cariucci mi ha invitato al programma non potevo crederci, ero contentissima».
Qual è stato il giudice più simpatico?
«Bella domanda (ride)’. Direi Carolyn Smith».
Nicole Orlando Qual è il momento che ricordi con più gioia della tua vita?
«Quando la Fisdir (Federazione italiana sport disabilità intellettiva e relazionale, ndr) mi ha chiamata nella nazionale di atletica per la prima volta. Un’emozione unica».
Il tuo motto è il titolo del libro “Vietato dire non ce la faccio”. Perché?
«Nel libro spiego perché io vado controvento: Significa che magari ci metto un po’ di più a fare le cose, ho qualche difficoltà in più rispetto alle altre persone, però alla fine riesco a fare tutto e a raggiungere i mìei obiettivi. Spiego che la sindrome di Down, se affrontata nel modo giusto, è semplicemente un altro tipo di normalità».
Che cosa vuoi dire ai ragazzi che hanno come te la sindrome di Down e che magari si sentono in difficoltà?
«Di non mollare mai, di avere tanta fiducia e grinta. Devono sempre andare avanti, senza paura e senza demoralizzarsi».
Programmi per il futuro?
«Ora voglio trovare un lavoro. 11 mio sogno, adesso, è fare l’attrice».
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