Milano – Ottobre
Dopo due anni di I assenza dagli I schermi, di recente è sbarcata su Raiuno la quinta stagione di Un passo dal cielo. Un ritorno atteso dai telespettatori, affezionati ai protagonisti, tra cui Rocio Munoz Morales nei panni di Èva Fernandez, accanto a Daniele Liotti, Enrico Ianniello e Pilar Fogliati. Nel frattempo l’attrice spagnola è impegnata a Torino per la nuova serie di Mediaset Giustizia per tutti, le, cui riprese dovrebbero terminare a gennaio 2020. Nella fiction, che potrebbe andare in onda su Canale 5 tra la primavera e l’autunno del prossimo anno, Rodo affianca il compagno Raoul Bova, conosciuto nel 2012 durante la lavorazione di Immaturi
2-11 viaggio. I due hanno iniziato a frequentarsi l’anno successivo e oggi hanno due bambine, Luna, 4 anni a dicembre, e Alma, uno a novembre. Intanto la coppia condivide la scena anche a teatro: la Morales e Bova, infatti, stanno portando, in giro per l’Italia lo spettacolo Love Letters.
Vero ha incontrato Rocio nella boutique di Sandro Ferrane a Milano, durante la Settimana della Moda. Il marchio romano, infatti, ha presentato la nuova collezione autunno-inverno: capi eleganti e raffinati e abbinamenti grintosi interpretati alla perfezione da una madrina come la Morales.
«Non seguo troppo le tendenze di moda»
Rocio Munoz Morales, che rapporto hai con la moda?
‘«Mi piace. Non seguo troppo le tendenze, cerco identità, ma considero la moda un bel gioco, un modo per esercitare la propria creatività. Gli abiti ti aiutano a trasmettere chi sei e come ti senti in un determinato momento».
Hai già fatto le prove per quello bianco, nuziale…?
«Sono una donna all’antica. Prima me lo devono chiedere (si riferisce alla proposta di matrimonio, ndr)… Ancora non me l’hanno chiesto, quindi ancora non mi sposo! Adesso, poi, dico la verità, sarebbe problematico da gestire. Ci mancano solo i preparativi per le nozze!».
Tu e Raoul Bova avete due figlie femmine. Alma è ancora troppo piccola, ma Luna inizia a interessarsi di vestiti e accessori?
«Avevo appena scelto l’outfit per questo incontro. A un certo punto ho trovato Luna che stava giocando in giro con le piume della borsa! Sono un tipo semplice, anche di carattere, mi piace l’essenza e non apprezzo le cose troppo artefatte, ma per il mio lavoro, tra set e vari eventi, devo cambiare spesso abito. Luna mi vede e un po’ mi sto pentendo di averle mostrato anche questa parte della mia professione. Se le chiedete che lavoro fa il papà, lei risponde: “L’attore”. Se le domandate della mamma, afferma che fa… la principessa! “Perché ha degli abiti da principessa”. Allora mi dico: “Ho creato un mostro!” (ride)».
Anche tu eri così da bambina?
«Avevo le idee chiare, mericorda spesso mia mamma. A me piacevano i jeans, di colore grigio, non ero amante dei gioielli. Invece mia figlia va a scuola piena di collane, anelli, bracciali… E si veste tutta di rosa, dalla testa ai piedi! Sceglie lei: ogni volta è una guerra, ma io la lascio libera».
A proposito di scuola, sei nelle chat delle mamme, chat tanto temute da qualche genitore?
«Per forza! Credevo che per me non sarebbe mai arrivato quel momento e invece eccolo! Ma sapete che mi sto pure un po’ affezionando a queste chat? Per lavoro, spesso, devo spostarmi da una parte all’altra. Ora per esempio ho iniziato a girare a Torino, per Mediaset, la fiction Giustizia per tutti, e ho le bambine lì con me. Luna ha iniziato una nuova scuola materna e quindi devo ricominciare da capo a conoscere tutte le mamme. L’altro giorno pensavo che mi mancano quelle dell’anno scorso (sorride)».
«Sono una persona vulnerabile»
Moda, fiction, teatro. Tempo per te Rocio Munoz Morales?
«Quel che resta lo dedico alle mie figlie. E dormo poco! Mi trovo in un momento molto fortunato e il 98 per cento di questo momento è rappresentato dalla mia famiglia. Capisco che dall’esterno qualcuno potrebbe chiedersi: “Ma questa, con due bambine, si mette a fare
tournée teatrali e tanto altro? È matta?”. Ma per me è importante: ho bisogno di muovermi, di sentire le farfalle nella pancia. Questo è un lavoro che amo».
Hai qualche paura? *
«Sono vulnerabile, anche se apparentemente sembro una persona forte. E lo sono, ma sono anche sensibile. Ritengo di essere esigente con me stessa e questo, tante volte, non mi fa sentire sicura. Quando vuoi fare le cose al massimo e dare il meglio, temi sempre l’errore e il giudizio altrui. Come combatto certe insicurezze? Mi preparo tantissimo. Non mi capita mai di arrivare sul set con l’ansia di non aver imparato la scena».
La famiglia ti ha dato più-sicurezza?
«Da ragazza ho sempre cercato di sentirmi protetta. Per il mio lavoro vivo sempre parecchi cambiamenti e ho bisogno di avere un contesto solido intorno a me, nella sfera privata. Sento tutti i giorni mia madre e quando non capita sto male. E un bisogno interiore, che provo anche con le bambine. Però senza alcun tipo di ossessione».
Articolo tratto da Vero