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Rossana Santolin protagonista del successo di Radio Monella

andata via di casa a diciassette anni, ha fatto un anno di liceo a Berlino, ha lavorato in teatro per due anni a Londra e pensava che la sua vita sarebbe stata all’estero. Poi, però, Rossana Santolin ha capito che l’esperienza lontana dall’Italia era stata interessante, ma che era arrivato il momento di investire le proprie risorse a casa sua. Quindi è tornata e ha iniziato il suo percorso professionale: «La mia terra mi è mancata moltissimo mentre ero via e ora voglio godermela al massimo», ha confidato a Vero la speaker radiofonica.

«Amo raccontare e in radio posso farlo»

Come sei arrivata a lavorare in radio Rossana Santolin ?

«L’illuminazione l’ho avuta quando ancora andavo all’università. Ero in macchina, ascoltavo la radio e ho pensato: “Però, che bel lavoro! Ascolti musica e chiacchieri”. È stato in quel momento che ho deciso che sarebbe stato il mio mestiere. Anche perché io ho sempre amato raccontare e la radio mi permette di farlo. Quando capita una cosa bella si ha subito voglia di condivi-, derla con qualcuno e io adoro farlo con gli ascoltatori».

È stato diffìcile diventare una speaker radiofonica?

«Una delle difficoltà è che il mondo della radio è piccolo ed è difficile trovare qualcuno disposto a investire in voci nuove. Proprio per questo motivo bisogna fare tanta gavetta, iniziando da piccole radio locali. dalle web radio. Consiglio a chi vuole intraprendere questa strada di ascoltare tanta radio, anche estera, per farsi così ima cultura».

«Sono testarda e faccio di testa mia»

Ci racconti qualcosa del programma che conduci su Radio Belila & Monella?

«Seguiamo l’attualità, con maggiore attenzione al nostro territorio, e poi abbiamo anche una rubrica di cucina».

Tu bella Io sei. E monella?

«Sì, tanto monella! Perché voglio sempre fare di testa mia e, anche quando so di sbagliare, lo faccio lo stesso finché non mi scotto».

Scegli tu i brani da mandare in onda?

«C’è un direttore artistico che decide una linea musicale. Insieme verifichiamo chi va forte su Spotify e monitoriamo lo streaming».

I più quotati sono gli artisti che vengono dai talent. Cosa ne pensi?

«Ogni tanto emerge qualcuno in gamba, ma personalmente non amo questi programmi con lo schema “usa e getta”. Io credo nella musica che nasce dalla passione, che si sviluppa nelle scuole, nei conservatori, credo nella gavetta nei locali, in quegli artisti che impiegano anni a produrre il primo disco. Sono all’antica, non apprezzo i talent perché approfittano dei sogni di questi ragazzi e li mettono a disposizione di uno show televisivo. Esaurito lo spettacolo, l’artista non riesce più a gestire quella notorietà che gli ha dato il programma».

Però per un artista indi-pendente è difficile essere trasmesso in radio. Perché Rossana Santolin ?

 

«Perché chi viene dai talent è appoggiato da uno staff professionale di alto livello ed è difficile, così, fare un brano non radiofonico. Ma poi, quando sono soli, riescono a replicare quel risultato? No! Ed è per questo che la maggior parte di loro sparisce».

C’è un artista con cui vorresti trascorrere del tempo?

«Vorrei passare un’intera giornata con Eddie Vedder dei Pearl Janr. è un grande artista, un grande uomo, una grande anima. La sua musica è legata a momenti importanti della mia vita».

Qual è, oggi, la colonna sonora della tua vita?

«L’anima rock rimane: sto riascoltando tutta la discografia degli Smiths».

Che rapporto hai con la musica?

«Da ragazzina non solo ascoltavo molto rock, ma suonavo in una band al femminile, Le Quote Rosa: io ero la batterista, la cantante era Eva Pevarello, che ha partecipato a X Factor e Sanremo Giovani».

Un personaggio che vorresti intervistare?

«Jared Leto: gli chiederei come fa a fare tutte le cose che fa. È incredibile come si divide tra il suo impegno cinematografico di attore e regista e anche modello e quello musicale…».

La domanda più impertinente che gli faresti?

«Gli artisti, in genere, sono permalosetti e vogliono parlare solo della propria arte. Quindi evito di fare domande impertinenti».

 

Ti ispiri a qualche conduttore radiofonico?

«Mi piacciono Nikki di Tropical Pizza su Radio Deejay e Isabella Eleodori di Radio 101. Prediligo le voci femminili garbate ed educate, ma capaci anche di grande ironia, quando è necessario».

Ti piacerebbe passare alla Tv?

«No. Ogni tanto faccio qualche intervista sulla Tv di Belila & Monella, ma davanti alla telecamera non mi sento a mio agio».

Hai un sogno nel cassetto?

«Un giorno scriverò qualcosa che rimarrà e che arriverà al cuore di tante persone. Forse uno spettacolo teatrale oppure un romanzo o un saggio. Voglio raccontare la bellezza delle piccole cose».

 

Articolo tratto da Vero

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