Artista eclettico e rivoluzionario, rappresenta da sempre un unicum : all’ìntemo del panorama musicale italiano. E ‘ ora anche cinematografico. Infatti. Renato Zero ha debuttato al cinema con Zerovskij – Solo per Amore, un film spettacolo da lui ideato, scritto e diretto, incentrato sul tour che la scorsa estate ha registrato ovunque il tutto esaurito. Un progetto innovativo e senza precedenti, oltre due ore di musica registrate durante gli show all’Arena di Verona, che con un eccezionale dispiegamento di forze artistiche ha unito musica, prosa e cultura pop.
Renato Zero, sei soddisfatto del tuo Zerovskij – Solo per Amore, che ti ha regalato grandi soddisfazioni anche al cinema?
«Si, sono davvero molto contento. Anche se, considerati i costi di questo progetto, non credo di aver mai guadagnato così poco in tutta la mia vita: ho ricavato solo i soldi necessari per pagarmi una pizza e una birra! Ma sono felice così, sono orgoglioso del risultato finale. E stato bello avere la possibilità di offrire lavoro a centinaia di persone, di riuscire ad attraversare l’Italia con tutti i mezzi di trasporto che abbiamo utilizzato».
Che atmosfera c’era con lo staff con cui hai condiviso Renato Zero questa avventura?
«Ho respirato una grande umanità, ho vissuto un’esperienza straordinaria. Determinati progetti vanno fatti soltanto a fondo perduto, ritengo che questo dovrebbe essere un pensiero naturale per ogni artista. Intendo dire che non si dovrebbe pensare sempre e soltanto ai soldi. Nel caso di Zerovskij – Solo per Amore, abbiamo dimostrato con i fatti che se un artista si impone di mantenere alta la qualità di un progetto deve fare qualche sforzo».
«Bisognerebbe parlarsi di più»
Ti piacerebbe se, in futuro, Zerovskij avesse un seguito?
«Certamente, anche. perché abbiamo impiegato sei mesi per la messa in ‘scena dello spettacolo. Per realizzare Zerovskij – Solo per Amore ci siamo impegnati tutti al massimo, lavorando giorno e notte se necessario. Abbiamo superato noi stessi sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista mentale».stessi sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista mentale».
Qual è la “mission” di Zerovskij?
«Vorrei che ci aiutasse a superare le delusioni della vita».
A quali delusioni della vita ti riferisci in particolare?
«Ad esempio penso al fatto che oggi si può fare sempre meno affidamento su veri “complici” e amici. Penso che bisognerebbe parlare di più, ma ; oggi purtroppo si tende a comunicare , soprattutto attraverso i social».
Sei contrario all’utilizzo dei social?
«No, però bisognerebbe rendersi conto che stiamo attraversando un periodo davvero molto delicato, oggi tutti tendono a mettere in piazza qualsiasi cosa. Ma spesso si tratta di artifici o menzogne. E questa “abitudine” a ingigantire, a “gonfiare” la realtà a che cosa ci ha portati? Ci ha portati a non credere più a niente, nemmeno alle persone che dicono la verità. Per quanto mi riguarda, invece, io cerco sempre di ridimensionare tutto. Dai fallimenti alla solitudine, mi sono costruito un’impalcatura che si chiama Renato Zero».
Nel tuo spettacolo hai anche denunciato che la cultura interessa sempre meno persone. Quale soluzione proponi per risolvere questa mancanza?
«Purtroppo non si parla mai di cultura. Ed è un vero peccato, visto che è alla base di tutto. Ritengo che la musica dovrebbe tornare nelle scuole, grazie all’educazione musicale si potrebbero dare tanti insegnamenti ai ragazzi. Così come è fondamentale che si continui a sperare nelle nuove generazioni».
Che fase della vita stai attraversando in questo momento?
«Ho sessantasette anni e vivo all’insegna delle grandi emozioni. Questo perché, j nonostante la vita inizialmente non volesse sorridermi, l’ho costretta io a farlo. Oggi, per fortuna, posso contare su un buon numero di amici e collaboratori davvero eccezionali».
Articolo tratto da Vero