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Mara Maionchi contro chi canta in inglese a X-Factor

«Delusa dalle infedeltà di mio marito, ero diventata schiava del gioco», dice la discografica. «Poi l’amore ha vinto, e dopo 41 anni siamo ancora insieme»

Ritorno in pompa magna a X Factor per la produttrice discografica Mara Maionchi, che siede per la quinta volta al tavolo della giuria in questa nuova edizione del talent show più amato e seguito della nostra Tv. Acclamatissima dal pubblico in studio, anche da quello più giovane, nonostante i suoi 76 anni splendidamente portati Mara non teme certo, in quanto a combattività e determinazione, il confronto con i suoi colleghi d’avventura, ovvero Manuel Agnelli, Levante e Fedez.

«Praticamente è come tornare a casa, visto che è proprio qui che dieci anni fa

è cominciato il mio percorso televisivo. Prima di allora mi conoscevano solo gli addetti ai lavori e per la gente normale ero una signora nessuno»,

ricorda la Maionchi, che già dalle prime audizioni si è fatta notare per la sua battaglia contro le troppe canzoni in lingua inglese portate dagli aspiranti concorrenti. «Santo cielo, ma siamo in Italia, no?», spiega indispettita.

«E allora cantiamo come mangiamo. Basta con “ste” lagne incomprensibili almeno alla maggior parte della gente».

Un atteggiamento sicuramente contro corrente, il suo, ma che trova invece riscontro anche in una recente ricerca che ha rilevato come le emittenti più ascoltate in auto siano quelle che trasmettono musica italiana.

Quindi, Mara Maionchi, si può dire che, nonostante gli anni non più verdissimi, lei è decisamente più avanti di tutti. Intuizione, esperienza o che altro?

«Direi un’insofferenza per le acque paludose e stagnanti. Da anni sento dire che la nostra lingua non si adatta alla musica pop come quella inglese. Tutte palle, basti pensare a star come Vasco Rossi o Ligabue. Ma è diffìcile combattere contro i luoghi comuni. In ogni caso per carattere sono una che ama puntare sulle cose nuove. C’è bisogno di un po’ di adrenalina nella vita, se no è tutto di una noia mortale».

È quindi il desiderio di adrenalina che, per alcuni anni, l’ha portata ad essere dipendente dal gioco d’azzardo, esperienza di cui ha raccontato ampiamente nel suo libro II primo anno va male, tutti gli altri sempre peggio?

«Più che altro era un mio modo di rispondere a situazioni personali e familiari non sempre soddisfacenti».

Allude, suppongo, ai tradimenti di suo marito, Alberto Salerno, dei quali, sempre nel suo libro, non ha fatto mistero.

«Va detto, però, per amore di onestà, che, anche se non ho usato la sua stessa moneta, anch’io ho fatto la mia parte. Perdendo somme importanti gli ho creato parecchi danni, perché tradire non è solo andare con un altro uomo o un’altra donna, ma anche mettere in discussione la fiducia che l’altro ripone in te».

E come avete fatto allora a stare insieme per 41 anni Mara Maionchi?

«Grazie all’amore, al rispetto, la stima reciproca e la tolleranza. Ecco, la tolleranza, una cosa che cerco di insegnare anche alle mie due figlie quando litigano coi loro mariti. Perché, che cavoli, prima di buttare via una vita insieme, magari per una stupidata, bisogna anche pensarci. Se questo fosse il metro da applicare saremmo tutti single».

Tornando a X Factor, contenta della categoria che le è stata assegnata, gli “Over 25”?

«Molto, stiamo facendo insieme un bel lavoro e spero che i risultati si possano vedere. Anche se trovo che anche i gruppi, affidati a Manuel Agnelli, quest’anno siano fortissimi».

Che mi dice dei suoi colleghi? Nessun litigio o incomprensione?

«Levante è giovane ma già molto strutturata professionalmente. Manuel è il “maestro” e Fedez è quello, secondo me, che ha una mentalità quasi più da discografico che da artista. In quanto ai litigi, che io chiamerei invece avere diversi punti di vista, sicuramente ci potranno anche essere, perché ognuno ragiona con la propria testa. Ma se ci saranno degli “scazzi” pazienza, poi si farà pace. Con il Salerno ho litigato per una vita eppure siamo ancora qua, più forti che mai».

Lei ha fatto la talent scout per tutta la vita e scoperto star come Gianna Nannini e Tiziano Ferro. Ha mai avuto paura però di fare la scelta sbagliata?

«È il mio terrore più grande. Anche perché il rischio di prendere delle cantonate esiste, e quindi anche quello di fare dei grossi danni. D’accordo che è un talent e non uno scontro alla O.K. Corrai, ma questi ragazzi su quel palco si giocano il futuro. L’importante è sbagliare in buona fede».

Che cos’è per lei il talento Mara Maionchi?

«Qualcosa che va al di là di una bella voce. Personalità, presenza scenica, unicità. Tutte cose però inefficaci se non sono completate da belle canzoni. Perfino i Beatles, se non avessero sfornato un pezzo straordinario dietro l’altro, non sarebbero stati il fenomeno che sono diventati. Senza pezzi importanti e di qualità non si va da nessuna parte».

Intervista a Mara Maionchi tratta da Visto

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