Chiusa una porta, si apre un portone». In questo caso però, il proverbio non è metafora dell’ottimismo, ma come un dato di fatto senza alcuna sfumatura negativa. Anzi. La porta che hanno chiuso i The Kolors è quella dell’Open Air Theatre del Parco Experience a Milano, dove pochi giorni fa hanno tenuto il loro ultimo concerto di una fortunata tournée italiana. Il portone, quello sì, è una metafora e sta a simboleggiare l’Europa. Dove inizieranno a suonare dall’anno prossimo.
I The Kolors sono quindi pronti a varcare i confini nazionali, come già avevano pronosticato tutti coloro che li hanno scoperti, conosciuti e amati grazie ad Amici. La band, che nel 2015 ha partecipato alla quattordicesima edizione del talent di Canale 5, trionfando come da previsione sotto la guida della coach Elisa, ha mantenuto le promesse: per Antonio “Stash” Fiordispino, suo cugino Alex Fiordispino e Daniele Mona, che suonano insieme da ormai sette anni, da quel momento è iniziata una vera e propria escalation di successi che non accenna a fermarsi.
Reduci dal tour italiano di You, il loro terzo album in studio uscito lo scorso maggio, hanno avuto modo di farsi conoscere da una nuova fetta di pubblico, che si aggiunge a quello “storico” e a quello che li ha visti ad Amici. Prima di partecipare al programma che gli ha dato la notorietà nazionale, infatti, i tre giovani napoletani avevano già uno zoccolo duro di fan che ne aveva potuto apprezzarne le doti a Milano, dove si erano trasferiti nel 2010, l’anno in cui hanno formato il gruppo. Nel 2010 infatti era stati scelti come “band resident“, cioè titolare, di “Le Scimmie” un locale storico sui Navigli che ha visto esibirsi, tra gli altri, Pat Metheny, Morgan e Le Vibrazioni. «Quando diventi resident band di un locale che ti piace, fai il figo», ricorda Stash. «Poi quando ti ritrovi il martedì sera a suonare davanti a tre persone che non ti filano nemmeno di striscio un pochetti-no ti deprimi. Adesso, ripensandoci, mi dico: “meno male che siamo andati ad Amici”, perché comunque l’industria musicale non ci accettava come eravamo. Per la maggior parte dei discografici il nostro singolo Everytime non poteva in nessun modo diventare un brano popolare, invece è diventato la musica dello spot di un’importante compagnia telefonica e una canzone virale».
Facile ipotizzare che quegli stessi discografici si siano mangiati le mani e abbiano rimpianto di non essere tra il pubblico del locale che li ha visti maturare artisticamente. Per loro, in particolare per Stash, “Le Scimmie” è un pezzo di cuore. «Oggi è definitivamente chiuso», racconta Stash. «Dopo Amici ci sono passato davanti, e ho trovato al suo posto una paninoteca». Quel quartiere sul Naviglio pavese però rimane la sua base, tant’è che ha deciso di eleggerlo a residenza, arrivando anche a comprare casa. «Col mutuo», precisa. Anche se, con tutta probabilità, avrebbe potuto evitare le rate, considerando i quattro dischi di platino ottenuti dal gruppo con il secondo album, Out, che sfruttava proprio l’onda buona di Amici.
Addio “tormentoni” per Antonio Stash the Kolors
Anche le vendite di You, l’ultimo lavoro, sono andate bene, nonostante il cambio di rotta:
«È stato un lavoro rivolto a un pubblico più adulto, non mi va di dire più colto»,
dice Stash.
«Avevamo bisogno di una sterzata forte, non potevamo cercare un altro brano-tormentone per le classifiche e la pubblicità. Sarebbe stata una finzione, mentre due anni fa lo abbiamo voluto».
E il cambiamento di orizzonte ha permesso ai The Kolors di attirare l’attenzione dall’estero. A gennaio, infatti, la band inizierà una tournée di cinque tappe in Germania, partendo da Berlino e arrivando a Monaco di Baviera.
«È la prima volta che un Paese estero desidera così tanto i nostri concerti. Quando prima di Amici ci capitò di esibirci fuori dall’Italia, eravamo noi ad occuparci di tutto, ci si scambiava i contatti tra band italiane e tedesche e si “barattavano” le date tra i due Paesi. Stavolta è tutta un’altra storia».
Così, tutti i fan che li avrebbero voluti al Festival di Sanremo, devono mettersi l’anima in pace. Almeno per il 2018, per il 2019 chissà. Stash infatti ha confidato che nell’ultimo periodo sta scrivendo tanto in italiano, con canzoni quindi che potrebbero partecipare al Festival.
«In tanti si aspettano la nostra partecipazione al Festival»,
ammette Stash,
«ma non posso considerarlo la vetrina più adatta alla nostra musica. Finché non troveremo il vestito giusto in italiano a una nostra canzone, senza snaturarci, temo che Sanremo non faccia al caso nostro».
Intervista a Antonio Stash The Kolors tratta da Visto