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Maria Elena Boschi contro la violenza sulle donne

Nonostante i suoi numerosi impegni istituzionali da sottosegretario alla presidenza del Consiglio, nei giorni scorsi Maria Elena Boschi si è recata in un piccolo paese della Basilicata solo per mantenere una promessa fatta a un amico. 11 suo compagno di partito nel Pd e sindaco di Latronico, Fausto De Maria, cui aveva giurato, come ha confidato lei stessa,

«di esserci in un giorno così importante».

E così l’ex ministro delle Riforme, che detiene attualmente la delega alle Pari opportunità di Palazzo Chigi, ha preso parte all’inaugurazione del primo centro lucano contro la violenza sulle donne finanziato con soldi pubblici, facendo da madrina all’evento suggellato con il fatidico taglio del nastro all’ingresso della struttura nuova dì zecca. In esclusiva per i lettori di Vero, le abbiamo chiesto del suo impegno sul tema, così delicato e troppo spesso oggetto di cronaca, della violenza di genere.

Boschi, questo taglio del nastro è importante sotto molti aspetti.

«Sì, oggi è una bella giornata, significativa per l’intera comunità locale e tutta la Basilicata. Con la mia presenza volevo sottolineare la necessità di fare squadra contro la violenza sulle donne per vincere una battaglia che deve impegnare tutti, anche gli uomini. Questo centro, infatti, nasce grazie alla collaborazione tra amministrazioni locali, Comune e Regione, e Stato centrale: è il risultato delle attività messe in atto col Piano nazionale predisposto dal Governo e del lavoro integrato sotto un’unica cabina di regia, che ha permesso di raggiungere un obiettivo perseguito da anni».

Cosa fanno le istituzioni Maria Elena Boschi per aiutare le vittime e sostenere i centri antiviolenza?

«Già lo scorso anno, per il 2017, abbiamo finanziato con 18 milioni di euro le case rifugio esistenti in Italia, cui si sono sommati i fondi stanziati dalle Regioni per i centri antiviolenza. Quest’anno, attraverso un bando abbiamo messo a disposizione come Governo Gentiioni altri 16 milioni allo scopo, senza dimenticare che il precedente esecutivo Renzi ha destinato alle Pari Opportunità 60 milioni di euro in più con la legge di Bilancio per sostenere l’imprenditoria e l’occupazione femminile attraverso progetti specifici».

Lei Maria Elena Boschi che cosa farebbe da premier e da donna per combattere il femminicidio?

«lo credo che sia fondamentale la collaborazione sinergica di tutto il Governo con il presidente del Consiglio: penso per esempio al ministero della Sanità, della Giustizia, dell’Interno per le forze di polizia e a quello dell’Istruzione per i programmi di educazione contro le discriminazioni di genere. Bisogna spingere le donne a denunciare, aiutarle a superare le difficoltà che affrontano con i loro figli, che spesso sono dei minori, offrire loro un lavoro dignitoso per garantirne l’indipendenza economica».

Maria Elena Boschi Conosce donne che hanno subito violenza? Che cosa si sente di consigliare loro?

«Di trovare il coraggio per ribellarsi ai loro aguzzini, compagni, mariti o ex che siano, di uscire dalla spirale di violenza che le opprime e provare a ricominciare senza chi vuole privarle del loro futuro o della loro identità, lo ho avuto la fortuna in questi mesi di incontrare donne straordinarie come Lucia Annibali e Gessica Notaro, che purtroppo vivono ancora nelle case rifugio: non dobbiamo lasciarle sole perché hanno bisogno di tutto il nostro aiuto».

Intervista a Maria Elena Boschi tratta da Vero.

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