Ha portato con sé parenti e amici Gigi D’Alèssio, che vedremo come nuovo presentatore (al posto di Gigi e Ross) di Made in Sud, ma si trascina dietro come un macigno un nugolo di polemiche.
Ha fatto discutere
Nonostante abbia lasciato a casa la querelle irrisolta che lo vede contrapposto a Valeria Marini, per una questione di soldi prestati e, pare, non restituiti alla diretta interessata dal cantautore. La sua eliminazione dalla finalissima a Sanremo ha fatto discutere fan e opinionisti, scatenando un acceso dibattito tra chi riteneva giusta la sua esclusione, al pari di quelle di Albano e di Ron, per dare un tocco di nuovo alla kermesse canora, e chi, al contrario, crede che Gigi abbia subito un torto e che la giuria degli esperti non abbia capito né il testo né la musica della sua canzone, La prima stella, dedicata alla madre scomparsa. Lui, intanto, ha ritenuto inappropriato farsi valutare da una blogger: giura però «di non esserci rimasto male». Nonostante il video con Anna Tatangelo, girato per scherzo, ma
apparso poco credibile, in cui lui e lei si lasciano andare a una espressione volgare accompagnata da un gesto osceno con la mano per ribadire il concetto, sia diventato virale ed abbia fatto il giro del web; tanto da costringere più volte il direttore artistico del Festival Carlo Conti a giustificarlo in diverse trasmissioni televisive. E, come se non bastasse, DAlessio ha anche problemi di etichette e di diritti d’autore con la sua casa discografica.
«Mi sento mortificato»
Gigi d’Alessio non hai accettato di buon grado la sconfitta: cosa ti ha seccato della tua estromissione dalla serata finale?
«Che siamo stati usati dalla produzione del Festival per fare audience e garantire ascolti in Paesi come la Russia, dove se non c’è Albano il Festival nessuno lo ascolta, figuriamoci cantarlo (asserisce amareggiato con tono piccato, ironizzando sullo slogan lanciato dal presentatore della 67esima edizione, ndr). Lo stesso vale per me. Per non parlare della giuria degli esperti o di qualità, meglio chiamarla tecnica altrimenti si fa più brutta figura: c’era una blogger che, con tutto il rispetto, con la musica non c’entra nulla. E poi era sbilanciata: se metti dentro uno di una radio, devono essere rappresentati anche gli altri generi. Va bene essere sfruttati, ma mortificati fino a questo punto no».
«Ci avrei pensato…»
Ti sei pentito di aver partecipato?
«No, è stata un’esperienza, ma se lo avessi saputo prima ci avrei pensato su due volte».
Hai un ricordo piacevole del Festival? C’è qualcosa di cui sei soddisfatto?
«Sì, sono felice di aver indossato solo abiti di alta sartoria napoletana nelle mie esibizioni, per portare alto il nome della mia città».
Nella tua canzone, la dedica a una persona cara, parli di temi di grande attualità: perché l’hai scritta per tua madre?
«Perché ho pensato a lei. A lei avrei voluto raccontare le cose di cui parlo nel testo, è sempre lei la mia prima stella, quella che guardo ogni notte quando alzo gli occhi al cielo».
«Ora posso controllare»
Gigi d’Alessio e la beneficenza? Hai fatto una donazione all’ospedale Garibaldi di Catania, è vero?
«Sì, quando sento i bambini mi emoziono, io sono così e faccio tutto quello che posso: avevano rubato dei giocattoli ricevuti in regalo, ho firmato un assegno di 2mila euro per ricomprarli».
Gigi d’Alessio le tue grane finanziarie, però, purtroppo non sono finite: perché hai deciso di lasciare la Siae e passare a Soundreef?
«Una scelta che benedico tutti i giorni, perché prima copiavano i miei brani e vedevo quotidianamente al computer pezzi scaricati addirittura nelle Filippine: forse erano le casalinghe di lì (scherza, ndr). Io sono anche editore delle mie canzoni e adesso posso controllare meglio quello che succede, grazie a un sistema di rilevamento migliore».
Intervista a Gigi d’Alessio tratta da TOP
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