Credo che il cinema sia rimasta, forse, l’unica forma d’arte con un po’ di poesia. È un mondo ancora abbastanza protetto, dove c’è tempo per parlare, per confrontarsi. Qualche sera fa, invece, ho ricevuto la telefonata di un produttore televisivo. Saranno state le 23.30. Era saltato un ospite in un programma e mi è stato chiesto di prendere al volo il suo posto. In pratica sarei dovuto andare in studio nel giro di cinque minuti…».
Un attore versatile e poliedrico
Il versatile e poliedrico Francesco Facchinetti può parlare a ragion veduta, visto che, al suo attivo, vanta diverse esperienze sia per il grande che per il piccolo schermo, ma anche in campo radiofonico, nella discografìa e nell’imprenditoria. A Vero svela quale dei tanti ruoli che ha rivestito e, in alcuni casi, tuttora ricopre, lo diverta di più, anche se il più bello di tutti non ha a che vedere con il lavoro, ma
con la vita privata: Francesco è infatti l’affettuoso papà di Mia, avuta da Alessia Marcuzzi, e di Leone e Lavinia Angelica Catherine, detta Liv, nati dalla sua unione con la modella brasiliana Wilma Helena Faissol, sposata a dicembre 2014, di cui è innamoratissimo.
«Siamo una famiglia unita»
«Siamo una famiglia allargata, molto unita», ci ha detto quando lo abbiamo incontrato alla presentazione della nuova commedia / babysitter, nelle sale da giovedì 19 ottobre. Nel cast, oltre a lui, anche Paolo Ruffini, Diego Abatantuono, Francesco Mandelli, Francesca Cavallin.
Francesco Facchinetti Sei al tuo secondo film, ma hai dichiarato di non sentirti ancora un attore. Come mai?
«Non ho mai avuto una parte importante in una pellicola, non sono andato oltre le dieci o venti pose in tutto, quando il protagonista di punta ne fa almeno quaranta, se non cinquanta. In questo caso, però, ho dovuto recitare veramente!».
Parlaci del tuo ruolo.
«Nel film che ha segnato il mio esordio cinematografico, Belli di papà, il mio personaggio era molto simile a quello che sono io nella realtà. In questo caso non lo è, e per fortuna: ne I babysitter, infatti, interpreto il Vice Ispettore Ermanno, un pazzo psicopatico che crede di vivere dentro un serial americano in stile CSI. E così, ogni volta che ha un caso tra le mani, vorrebbe che finisse nel peggiore dei modi. Nella storia deve indagare sulla scomparsa di un bambino. Ebbene, per rassicurare la madre, spaventatissima, tutto quel che riesce a dire è: “Lo ritroveremo, suo figlio, magari a pezzi, ma lo ritroveremo…”».
Come sei riuscito a entrare nei panni di questo tutore della legge un po’ “sopra le righe”?
«Prima delle riprese, mi sono preparato per tre settimane, cercando di esasperare movimenti, gesti ed espressioni adeguandoli all’immagine di un poliziotto fissato con le indagini “airamericana”. Quando, però, eravamo sul punto di girare la prima sequenza, sono andato da Diego Abatantuono (nella commedia, un procuratore sportivo e padre del bambino scomparso, ndr), volevo confrontarmi con lui e gli ho recitato, tutto eccitato, la parte. Diego mi ha guardato e mi ha bocciato clamorosamente. Mi ha spiegato che avevo caricato tutto eccessivamente. Così abbiamo iniziato un meticoloso lavoro di sottrazione. È stato un maestro eccezionale».
Francesco Facchinetti che rapporto hai avuto con Abatantuono?
«È stato emozionante poter ricevere un suggerimento da un
Cantante, presentatore, manager, imprenditore. Tra le figure lavorative con cui ti sei cimentato quale ti appassiona di più?
«Nella mia testa, mi dico che è quella che non ho ancora provato. Ho avuto sempre tanta fortuna a fare quello che più divertiva in un dato momento. Oggi, il lato che mi soddisfa maggiormente, e che forse si conosce meno, è quello di talent scout: da tre o quattro anni, infatti, mi piace cercare diversi talenti. L’esempio massimo è Frank Matano, che in breve è passato da fare video divertenti postati su YouTube da casa sua a Carinola, in provincia di Caserta, a recitare in film da oltre cinque milioni di incasso (come Ma che bella sorpresa, in coppia con Claudio Bisio, ndr). E ora è uno dei conduttori de Le Iene (con Ilary Blasi e Giampaolo Morelli, ndr)\».
Francesco Facchinetti Com’è tuo padre Roby Facchinetti, storico leader della band dei Pooh. come babysitter?
«Da bravo nonno, gli piace viziare i nipoti, senza che ciò sia mai fine a se stesso. Sono quelli che ti fanno scoprire il mondo. Quest’estate, lo stadio di San Siro era gremito di spettatori per il concerto-riunione del gruppo. Ho chiesto a mia figlia Mia: “Secondo te come mai c’è tutta questa gente?”. La sua risposta? “Perché il non rende felici le persone!”».
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