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Elisabetta Gregoraci premiata per il Processo a Mata Harì

Al Terra di Siena Film Festival ha vinto il Premio come migliore attrice protagonista per il suo ruolo in Processo a Mata Harì, al cinema dal 20 ottobre. Una bella soddisfazione per Elisabetta Gregoraci, scelta dalla LILT, la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, come testimonial della nuova campagna per la prevenzione e per la lotta contro il tumore al seno.

«La Lilt è un ente pubblico riconosciuto dal ministero della Salute, che sostiene in maniera incisiva ogni anno questa iniziativa dedicata alla prevenzione del tumore al seno»,

 

anticipa la Gregoraci. Che aggiunge:

 

«Sono onorata di essere la portavoce di un messaggio positivo, finalizzato a dare una speranza in più contro il cancro. Un male terribile che però, grazie a un’attenta e scrupolosa attività di prevenzione, può essere combattuto».

Testimonial della ULT

Elisabetta Gregoraci Ti sei sempre definita una donna coraggiosa: chi ti ha insegnato a esserlo?

«Mia madre, che non c’è più. Se ne è andata via troppo presto per un brutto male che l’ha fatta e ci ha fatti soffrire per tanti anni. Anche per questo ho accettato di diventare testimonial della LILT. Il cancro va combattuto con coraggio, è giusto stare vicini ai malati e ai loro parenti. Devo a lei il mio coraggio: mi ha insegnato tutto quello che so  che sono diventata. Dedico a lei Processo a Mata Hari».

Elisabetta Gregoraci Sei sempre stata molto determinata: quanto del tuo carattere deriva dal fatto di essere una donna del Sud?

«Sono calabrese, mamma era siciliana: quando nasci al Sud affronti sicuramente più difficoltà, ma forse hai più grinta, perché devi andare a prenderti le cose che vuoi e che ti mancano».

«Ha guardato negli occhi i giustizieri»

Non hai mai paura? Ci sono dei momenti in cui tenti di nascondere i tuoi sentimenti?

«Sì, ma cerco sempre di vivere le mie emozioni in modo intenso e di mettermi in gioco. Anche nel cinema: questo è il mio primo ruolo da protagonista, volevo cominciare proprio con una storia forte, impegnativa, drammatica. Il personaggio di Mata Hari mi è entrato nel cuore, me ne sono innamorata. Mi sono appassionata subito alla sua storia, è stata una bella esperienza: anche lei era una donna che è andata fino in fondo, guardando negli occhi uno a uno i suo giustizieri prima di essere uccisa».

«A 5 anni imitavo Raffaella Carrà»

Elisabetta Gregoraci Processo a Mata Hari ha appena debuttato al cinema: non temi qualche giudizio negativo da parte del pubblico?

 

«Beh, si. Adesso tutti i miei detrattori diranno: “Si mette a fare pure l’attrice!”. Quando vedranno il film non potranno più dire nulla, spero di stupire tutti. Quando mi hanno chiamata per Made in Sud, quattro anni fa, dovevamo registrare solo due puntate ma qualcuno mi sconsigliava di cimentarmi con la comicità: se il format avesse fallito, avrebbero dato la colpa a me. Invece abbiamo già fatto circa 150 puntate, il programmi è arrivato alla quinta stagione e ha avuto successo a teatro e in Tv».

Showgirl, presentatrice, attrice, ma soprattutto mamma. Con il piccolo Nathan che genitore sei?

«Presente, attenta e anche molto tenera. La maternità, con tutte le sue gioie, rappresenta l’esperienza più emozionante della mia vita. La famiglia resta sempre la mia priorità».

Elisabetta Gregoraci Com’eri tu invece da bambina e da adolescente?

«A cinque anni rimanevo per ore davanti allo specchio, mi pettinavo i capelli e imitavo Raffaella Carrà. Da ragazza sono stata una sportiva, sono diventata cintura nera di karaté e insegnante di secondo Dan. Ho sempre desiderato emergere, inseguire e realizzare il mio sogno e ci sono riuscita. Quando ho cominciato a fare questo lavoro mi sono dovuta trasferire e all’inizio ho sofferto. I miei genitori dicevano: “Dove vai? Non ti stiamo mandando via”. Ma io sono partita e oggi sono qui».

 

Intervista a Elisabetta Gregoraci tratta da Vero

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