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Il ritorno di Giulio Scarpati a Un Medico in Famiglia

Si comincia una nuova avventura, sono felice di essere rientrato», a dirlo è Giulio Scarpati che quest’anno, dopo una pausa nella nona edizione, è tornato ad Un medico in famiglia con rinnovato entusiasmo. «Questa è una famiglia accogliente e incasinata, che riesce a includere. Infatti scherzando dico, che chi passa per questa serie tv anche una sola volta, diventa un Martini per tutta la vita».

La fiction più longeva della Rai, in onda da metà settembre, in questa decima edizione ha puntato tutto sul tema genitoriale. Basando l’intreccio delle vicende che animano le 13 puntate, intorno a un piccolo giallo nel quale è coinvolto Lele (Giulio Scarpati) e la new entry, Valerio Petrucci (Stefano Dionisi). Ecco che cosa si racconta Scarpati.

«Volevo fare nitro e…»

Giulio come mai avevi lasciato la serie di Raiuno?

«Dopo tanti anni di questa fiction avevo semplicemente voglia di dedicarmi ad altro, e così è stato».

Cosa ti ha convinto a tornare ?

«Quest’anno ci saranno grandi novità e nuovi personaggi che andranno a movimentare la storia. Ho letto attentamente il copione e mi sono piaciute le idee degli sceneggiatori: hanno inserito contenuti attualissimi (come la scoperta di un probabile figlio illeggittimo. E questi temi forti mi hanno convinto a rientrare».

«Siamo tutti più grandi»

Hai trovato qualche differenza da quando hai lasciato Giulio Scarpati?

«No, è sempre tutto molto professionale e l’ambiente familiare. Conoscendoci da anni non ci sono sorprese, in-ltre alcuni degli attori li frequento anche fuori dal set. Ma qualcosa di diverso in effetti c’è: siamo tutti cresciuti di età! (ride, ndr)».

La fiction ha da sempre un vasto pubblico. Vi aspettate ascolti alti?

«Niente è garantito e sarebbe un grosso errore dare tutto per scontato. Dobbiamo andarci con i piedi di piombo. Il pubblico ogni volta va conquistato con le storie e i personaggi giusti, ma anche con impegno, amore, passione e partecipazione. Per questo è molto importante sul set la sintonia e il lavoro di squadra».

Giulio Scarpati come genitore sei diverso da Lele?

«Parlo poco della mia vita privata. Sinceramente non so che padre sono: il mestiere di genitore è molto difficile. Bisogna non caricare i figli delle nostre ansie, si rischia di creargli sfiducia nel futuro (Scarpati ha due figli Edoardo e Lucia, di 28 e 21 anni, ndr). Lele invece è un uomo di mezza.età, papà di sei ragazzi dai 4 ai 30 anni, con problemi diversi per ogni fascia di età. Rispecchia in pieno tutti i genitori italiani che hanno difficoltà a comunicare con figli. In questo momento storico viviamo questa problematica in maniera molto pressante, c’è grande difficoltà a tenere separati i f ruoli, ad educare in maniera corretta».

Nella prossima stagione sarai di nuovo in teatro?

«Riprenderò Una giornata Particolare con Valeria Solarino con la regia di Nora Venturini. Lo spettacolo sarà in scena da novembre ad aprile in varie città d’Italia tra cui Napoli, Firenze, Milano. Lo scorso anno lo spettacolo ha preso un premio ed ha avuto un grande successo di pubblico. All’uscita gli spettatori dicono: “ci siamo dimenticati il film di Scola ed abbiamo goduto di uno bellissimo spettacolo teatrale”».

«La formula vincente»

Ti vedremo presto al cinema Giulio Scarpati?

«Mi hanno proposto un film tv con Pupi Avati, mi è piaciuto il personaggio e la trama e ho deciso di accettare. Il titolo provvisorio è II ragazzo sul dro-ne d’argento, tra pochi giorni inizio a girare».

Da poco hai recitato Shakespeare nei suggestivi Musei Capitolini, come è stato? è

 

«E stata un’esperienza a molto significativa. La e location ha contribuito li a creare l’atmosfera giusta per Lo stupro di Lucrezia, un poemetto del drammaturgo inglese ambientato in epoca romana. La lettura scenica l’ho realizzato in coppia con l’attrice Galatea Ranzi. Trovo che mettere insieme letteratura, luoghi e teatro sia una formula vincente».

Se dovessi dare un consiglio a un giovane attore?

«Io avevo un sogno: recitare, farlo come lavoro, e per questo mi piace aiutare chi ha talento. Amo insegnare e dirigo la scuola Percorsi d’attore, a tutti i miei allievi do questo consiglio:

 

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