Attrice, Conduttrice e donna impegnata a favore delle donne, Barbara De Rossi, oltre settanta film all’attivo, una solida esperienza pure in teatro, ha fatto della professionalità e di uno stile di vita semplice i suoi punti cardine.La incontriamo a Roma poco prima del concerto di Raf, di cui Barbara è fan e anche molto amica: «Adoro la sua musica, lo seguo da anni. Alcune canzoni sono poesie», dice.
«Si interviene troppo tardi»
Dal 2003 sei scesa in campo a favore delle donne che subiscono atti di violenza. In questi giorni ci sono stati altri casi di femminicidio. Come si risolve questo problema che ha radici culturali?
«Se non cambiano le leggi, non se ne viene a capo. E sbagliato intervenire solo quando avvengano dei fatti gravi. See una persona viene minacciata, ossessionata da qualcuno che ne limita la libertà personale, si tratta già di un reato molto grave, che andrebbe punito in maniera molto dura. Purtroppo non sempre avviene. Per questo con la mia associazione Salvamamme sono impegnata nel progetto La valìgia di salvataggio, a sostegno di chi vuole fuggire da una situazione violenta e ha bisogno di aiuto».
Tornerai a condurre Barbara de Rossi Amore Criminale ?
«Per ora è in replica fino a ottobre, vediamo se ci sarà ancora la possibilità. Lo spero perché è una bella trasmissione, di estrema attualità e può aiutare molte donne. In questi tre anni di conduzione ho capito che le donne non si sentono protette dopo aver denunciato».
C’è una storia che hai raccontato che ti ha particolarmente colpita Barbara de Rossi?
«Sono tutte storie molto forti. In una puntata abbiamo intervistato un uomo che aveva picchiato e vessato tutta la notte la compagna. Lui era lucido e consapevole di ciò che aveva fatto. In queste persone non c’è follia, ma c’è cattiveria, volontà di sottomissione e di possesso».
Altri progetti di lavoro hai?
«Da quest’anno ho ripreso il teatro perché mi piace molto e ho portato in scena la Medea di Jean Anouilh. Presto sarò impegnata nel recital Coro di Donna e Uomo dove si esprimono le voci di una palestinese, di una ebrea e di una tedesca tra racconti di dolore e molto altro. A dicembre inizierò lo spettacolo teatrale Il bacio, un testo olandese mai portato in scena in Italia. Ho anche in progetto altre fiction, ma è ancora tutto in divenire».
«Coltivo il mio orto urbano»
Barbara de Rossi hai ancora un sogno nel cassetto da realizzare?
«Dopo quaranta anni di carriera quello che posso augurarmi è di continuare su una linea qualitativa alta, con progetti di sostanza, perché questo è un lavoro che mi piace davvero e mi appassiona».
Ti abbiamo visto a Ballando con le stelle Barbara de Rossi . Oltre alla danza, quali hobby hai?
«Dopo il programma mi era rimasta un po’ il “friccico” ed ho continuato a danzare per un anno e mezzo, anche se tenere certi ritmi non è facile. Da poco ho un hobby più bucolico: coltivo un orto urbano, mi diverto molto a piantare pomodori. Amo la vita semplice preferisco la tranquillità a tutto quello che gira intorno al mondo dello spettacolo. Così riesco a capire meglio la gente, è un modo per non perdere il contatto con vita reale».
Sei in partenza per le vacanze Barbara de Rossi?
«Sono appena rientrata dalla Sardegna dove ho fatto una “vacanza-lavoro”: ho interpretato Maria Grazia Deledda nel documentario II criminologo. E una scrittrice fuori dalla norma, che ha avuto il coraggio di raccontare la vera Sardegna ed è stata criticata dai benpensanti dell’epoca».
Hai passato le vacanze con il tuo compagno Barbara de Rossi?
«Non parlo più della mia vita privata da molti anni. Credo però si capisca che va tutto bene (sorride e guarda il compagno Simone Fratini accanto a lei, ndr). Sono serena e felice».
Barbara de Rossi Che rapporto hai con il tempo che passa?
«Bisogna guardarsi allo specchio con serenità e con la consapevolezza di non voler rincorrere qualcosa che non c’è più. Purtroppo viviamo in una società in cui l’aspetto è molto importante. Questo non è un paese dove si guarda tanto al talento, ma ad altro. Io cerco di curare molto la mia pelle, ma le rughe, come potete vedere, ce le ho e me le tengo»
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