E adesso direttamente da Vero questa bella intervista dedicata a Mara Venier. Novembre on basta una vita per imparare a volersi un po” di bene”: Mara Venier, persona vera e autentica, si racconta in modo trasparente nel suo primo libro dal titolo Amori della zia. Non è facile nel mondo dello spettacolo trovare persone: è più facile trovare personaggi. Mara c’è sempre: per una telefonata, una mangiata o una bevuta e anche i per condividere una lacrima. Una grande professionista che sul lavoro non perdona niente, ma precisa:
«Si litiga per le cose serie: sul lavoro non si deve litigare».
Un libro dove scopriamo una Mara, giovane e ragazzina, ; ancora alle prime armi e alle prime esperienze. Tutto parte da Mestre, la sua città natale: lei, una bellissima ragazza, con tanti pretendenti. La storia con il principe Sebastiano Furstenberg, il suo primo “filarino”, racconta di grandi preparativi della mamma di Mara, che si mette a cucire un abito per l’ occasione. Questo tailleur farà una brutta fine: non vi sveliamo di più; il lavoro di intere notti alla macchina per cucire… è sfumato per un incidente che ha dell’assurdo. Com’è andata, Mara Venier?
«Avevo sedici anni e lavoravo come parrucchiera. A Mestre c’era la via dove i ragazzi facevano la vasca. Alle sette di sera, finito di lavorare, andavo al passeggio tra la crème della città. Ero molto carina e corteggiata: erano tutti ragazzi universitari, molto svegli! Anche Sebastiano Furstenberg mi corteggiava, ma io non corrispondevo: non mi convinceva. Era un principe: troppo ricco per la f figlia di un ferroviere. Lo guardavo con sospetto, finché una sera, per Carnevale, non sono stata invitata da lui a una festa “di palazzo”: mia mamma acconsentì eccezionalmente a condizione che rientrassi per le 11. Dovevo essere elegante: mamma comprò la stoffa e in tre gioni mi fece uno stupendo tailleur. Un incidente imprevisto me lo fece scolorire la sera stessa della festa e tornai a casa con una camicia e un jeans di Sebastiano. Non vi dico come ha reagito mia mamma».
Mara al tempo era una ragazzina con tanti pretendenti. A_ un certo punto, incontra un uomo bellissimo di cui si innamora perdutamente: è un indossatore e si chiama Francesco Ferracini che diventerà il padre della sua prima figlia, Elisabetta: a soli sedici anni si ritrova con il pancione e si sposa, ma dopo le nozze Francesco parte per Roma dove deve girare un film.
Mara Venier on questo libro racconti tutti gli uomini della tua vita?
«Non tutti: diciamo che qualche omissione c°è! Ho protetto molto la mia storia con Arbore. Nel mio racconto quasi non c°è: solo cinque righe dove dico che è stato un amore grande, durato dodici anni. Credo che lui mi voglia ancora bene come io ne voglio a lui; massimo rispetto tra noi, ma ci sono tante cose, belle e anche brutte, che voglio tenere solo per noi».
Un bel giorno Mara parte da Mestre con destinazione Roma dove comincia la sua strada e incontra tanti uomini: ognuno di loro, a suo modo, I’ha aiutata a crescere. Non passava inosservato: era bella, vivace, simpatica, aveva grinta e una marcia in più. “Non si poteva non provare simpatia per questa creatura” (Dacia Maraini).»
Mara Venier che genere di libro è?
«Innanzitutto non è un libro sui miei amori. L’ossatura di questo libro sono le mie ricette, attraverso le quali racconto le storie della mia vita. Mi piace molto cucinare, ma ancor di più mangiare».
Perché Mara Venier non parli mai dei tuoi figli?
«Perché loro non devono essere coinvolti nelle vicende della mia vita».
Mamma a 17 anni: cosa vuol dire?
«Ero una mamma bambina; non ho vissuto adolescenza. A trenta anni ho poi deciso di vivere la mia vita e di fare tutto quello che non ho fatto a diciassette. Sono diventata mamma la seconda volta a ventitre anni, con tanti problemi. Sicuramente non li colloco tra gli anni più felici della mia vita, 0 meglio, non li considero anni sereni».
Mara Venier ma perché Amori della zia?
«Sono i miei fan. “Amore della zia” nasce a Domenica In, quando avevo attorno a me un fitto pubblico di ragazzi giovani che battevano le mani e mi facevano da supporto. Al tempo io avevo già 43 anni: con loro è subito nato un rapporto nipote- zia. Questi ragazzi, il mio club, sono ancora miei seguaci sui social».
Mara Venier tra gli amori più forti, chi possiamo ricordare?
«Sicuramente Jerry Calà a cui ho dedicato un capitolo: lo incontrai quando già abitavo a Roma. Venivo da una storia poco felice. E stato come incontrare la solarità, l`allegria e il senso della famiglia. Siamo stati insieme sei anni. Lui è nel libro perché è fondamentale ancora oggi nella mia vita: è il fratello che non ho mai avuto. Dal rapporto d`amore è nato un rapporto di fiatellanza e di vera amicizia. cosa assai rara quando finisce una storia».
Cosa significa per te Mara Venier il giornalista Lamberto Sposini?
«Lamberto mi ha cambiato la vita: inizialmente con me era duro e poco socievole poi, dopo tre mesi di lavoro assieme. è venuto a cena da me e gli ho cucinato l`amatriciana. E nata di li una grande amicizia».
Parlaci di Nicola.
«Nicola e l`uomo della mia vita: è il mio rifugio l’ho conosciuto a una cena. Ricordo una giornata nervosa e ` per l`incontro con Nicola Carraro; tutti mi parlavano di lui talmente bene! La sensazione era che quell`incontro mi avrebbe cambiato la vita. Finite le prove tornai a casa per prepararmi: quella sera, a differenza delle altre, non scelsi un abbigliamento casual puntando sul’eleganza. Al suo arrivo lo inquadrai con la perfetta immagine del commenda milanese. Abbiamo cenato distanti l”uno dall’altra, ordinando però le stesse cose. Dopo cena, finalmente si è avvicinato a me. dandomi del lei e dicendomi che mi conosceva, non per la mia professione televisiva: sapeva che cucinavo una pasta e fagioli meravigliosa, informato da Jerry Calà che gli aveva parlato di me quando eravamo ancora fidanzati».
Mara Venier raccontaci Il suo approccio?
«Dopo due mesi che ci frequentavamo mi chiese se volevo vivere con lui; gli ho chiesto se fosse davvero sicuro; mi sono definita come una “pesciarola” e lui, prontamente, mi disse che mi amava, chiunque fossi. Siamo ancora qui, dopo quindici annil».
Chi era la tua mamma?
«Lamia vita e il mio punto di riferimento e mi manca tanto».
Come è cambiata la Tv?
«Completamente Ricordo le mie Domenica In. Oggi addirittura non esiste più: è stata frazionata! Adesso ci sono i canali satellitari. E cambiato anche il pubblico. A Mediaset mi trovo bene e sono coccolata; poi è arriivata Maria che mi ha chiamata per una puntata di Tú si que vales e da allora sono diventata il quarto giudice popolare fisso. Grazie a lei, sono ritornata a lavorare dopo due settimane dalla perdita di mia madre: mi ha aiutato molto!›.
Hai mai pensato di fare un programma di cucina?
«Ogni anno mi ripropongo di smettere e poi alla fine mi tentano e mi rimetto in gioco. Ho voglia di divertirmi senza avere più grandi impegni. Ho fatto più di quello che uno potesse desiderare. Abbandonare del tutto no, anche perché mi terrorizza la noia››. .
Intervista tratta da Vero. Approfondisci su Mara Venier su Wikipedia