Dice il cantante Stash vincitore di questa edizione di Amici 14 canto in questa intervista che abbiamo tratto da Vanity Fair
“Non ce l’aspettavamo. Venivamo dall’underground e già partecipare a un programma come Amici è stato quasi paradossale. Suonavamo nei localini davanti a quattro persone e abbiamo vissuto per molto tempo questa realtà. Entrare nella scuola di Maria e uscirne da vincitori è stato pazzesco, ma davvero non ci avrei mai sperato (..) Quando siamo arrivati in fondo, ho iniziato a pensare che forse ce l’avremmo fatta, ma non ci credevo fino in fondo. Per come sono fatto io, quando ho un pensiero e poi non si avvera ci rimango malissimo. Al momento di presentarci ai provini, per la paura di non essere accettati, abbiamo portato un repertorio molto vario, per proporre qualcosa di più masticabile. Poi tutti ci hanno detto, compresa Maria, di proseguire nella nostra direzione se fossimo entrati e così abbiamo fatto fino alla finale” confida il vincitore Stash, che sul suo nome così singolare spiega… “In realtà io mi chiamo Stash anche all’anagrafe. Il mio nome deriva da una canzone dei Pink Floyd, Money, e per questo mio padre ha deciso di chiamarmi così. La prima volta che sono stato a Londra, a Camden Town, leggevo la parola “stash” ovunque e poi ho scoperto che si tratta anche di droga. Da questo punto di vista non mi sento affatto rappresentato perché ho una grande fobia per le droghe, scapperei via anche davanti a una roba leggera che si fanno tutti. Non ce la farei”. Il consenso nei loro confronti è risultato essere pressochè unanime, ma alle (poche) critiche, incentrate per lo più sulla questione del presunto playback e l’utilizzo del distorsore, risponde..“Non mi sento un bravo cantante e cerco sempre di giocare sulla riconoscibilità. Ho studiato molto per far venir fuori dagli strumenti quel suono lì, ci ho speso nottate intere. Durante una sola canzone posso cambiare quattordici effetti grazie a una tecnologia che esiste dagli anni Ottanta e che mi permette di giocare molto sul dubling, che sembra quasi un playback. La stessa Elisa all’inizio pensava che fossi un maniaco e un paranoico: credeva che, se avessi cantato solo con la mia voce, avrei ricevuto comunque consensi. Ma io non me la sentivo. Devo ringraziarla perché ha messo a disposizione tutta la sua esperienza e ha tradotto in un linguaggio comprensibile a tutti la nostra musica. Spero di vivere ancora queste emozioni (..) Non mi considero assolutamente una persona che è arrivata, a prescindere dal fatto che rimango sempre coi piedi per terra. Voglio lavorare al massimo con un solo mantra: divertimi. Perché quando smetti di divertirti, cominci a sentirti figo e non vai più da nessuna parte. Non mi piace sentirmi una star: ho vinto Amici ed è stata una sorpresa” (..) Il Festival di Sanremo non è, almeno per ora, tra gli obiettivi mentre l’Eurovision sì… “Sarebbe fighissimo. È una vetrina internazionale e credo che la nostra proposta strizzi l’occhio anche all’estero…. (..) Sanremo invece non rientra nei prossimi progetti futuri della mia band. Non vogliamo depistare le persone che hanno creduto in noi, ma non è detto che non potrebbe capitare un giorno. So che i vincitori di Amici al 90% vanno a Sanremo, ma la nostra proposta musicale è totalmente diversa e non vogliamo andare contro la nostra verità. Ora come ora, non riesco a immaginarmi all’Ariston“…. Appuntamento quindi a Stoccolma? Noi ci speriamo.
La pensa invece in questa maniera il cantante rapper Mattia Briga che invece è arrivato secondo a Amici 14 sempre da Vanity Fair.
“Mi ritengo una persona molto competitiva, che sente l’agonismo in maniera molto intensa. È ovvio che, lì per lì, io abbia rosicato un po’, come si dice a Roma. Ci sono rimasto male perché non mi piace arrivare secondo in niente, ma me l’aspettavo. Mi rendo conto che, in televisione, con il mio carattere possa essere stato un po’ fastidioso e che abbia fatto incazzare più di qualcuno, ma i The Kolors hanno avuto una condotta senza sbalzi e molto lineare: questo conta molto per il pubblico” spiega invece il cantante della squadra bianca Briga, convinto che il suo secondo posto sia anche il frutto di un giudizio sulla sua condotta all’interno del programma più che un’effettiva bocciatura nel confronto artistico con i compagni di scuola… “Io sono convinto di questo, perché il mio lato artistico è stato preso un po’ sottogamba. A parte qualcuno in maniera sporadica, non credo di aver mai ricevuto un vero complimento, mentre ne sono stati regalati tantissimi ad altri ragazzi che credo non abbiano fatto niente di speciale. Dalla mia ho la scrittura. Dopotutto ho scritto dieci strofe sulle canzoni di chiunque, con un livello di difficoltà maggiore rispetto a chi deve riarrangiare. Se mi viene propinata una canzone come “Hey Jude” di John Lennon, più che scriverci delle belle parole sopra non posso fare e, se non sono compatibile con quel tipo di base, per me è un suicidio. Sono stato bersagliato, mi è stato imposto qualcosa rispetto agli altri, ma io sono felicissimo del mio percorso perché non mi sono fatto piegare: sono rimasto solo a difendere le mie idee (..) Quando ho fatto i provini la mia domanda più frequente era cercare la sicurezza di fare dei pezzi miei, cosa che è stata rispettata. Ma Amici mi ha chiesto anche di venire incontro alle esigenze del programma e ho dovuto, quindi, esibirmi con grande piacere con canzoni non mie, come “La stella di Broadway”, “Pioggia” dei Negramaro e rifare “Schiena” di Emma, che è una delle strofe più belle che abbia scritto”. Impossibile non chiedere poi dei suoi scontri con Loredana Bertè e se, dopo tutte le polemiche, riadatterebbe mai una sua canzone… “Ovviamente Caparezza non era un compito, ma l’ennesima provocazione della Bertè a cui stavo un po’ sulle palle”(..) Durante le prove della finale ci siamo salutati e mi ha fatto i complimenti per la strofa che ho scritto per “Almeno tu nell’Universo”. Ho cercato di giocare sulla metafora della canzone, quando Mia Martini dice “un punto sei che non ruota mai intorno a me”, perché il suo uomo è il Sole e lei è la Terra che gli ruota attorno. Loredana è una donna intelligentissima, che ha sempre fatto delle critiche molto pertinenti e competenti sul lato musicale, ma dispiace che, con me, si sia troppo concentrata sul mio carattere. Doveva regalarmi qualche spunto critico come ha fatto con gli altri (..) Non sono assolutamente una persona rancorosa e penso che Loredana Bertè abbia scritto delle canzoni meravigliose, finite nell’Olimpo della musica italiana. Il problema è che io non sono un motore che vive per riadattare i pezzi degli altri: ho partecipato a un talent e mi hanno chiesto di cantare delle cover. Punto. Poi, sono orgogliosissimo che Tiziano Ferro mi abbia chiesto di registrare il brano perchè gli sono piaciuto: è il ricordo più bello dell’intero anno (..) Seppure sia entrato in televisione dal nulla e abbia dimostrato di saper reggere le telecamere, riconosco che non sia la mia priorità. Non l’ho mai guardata, ma ho un debole per Maria De Filippi, che mi vuole molto bene e tiene a me. Ogni volta che lei mi chiederà qualcosa annullerò i miei impegni per andare da lei. Se poi qualcuno che stimo m’invitasse a parlare di musica, perché no?“
Infine sulle frasi cinguettate in passato contro il programma e la polemica legata a quell’uscita infelice su Adriano Celentano.. “Io, in realtà, ho scritto un’altra frase: “preferisco rappare per i miei amici piuttosto che rappare ad Amici”. Mi assumo tutte le responsabilità per ciò che ho fatto, ma le mie pagine social mi sono state hackerate due volte e, purtroppo, sono state scritte frasi ingiuriose contro qualcuno. Ma non erano le mie. È chiaro che io faccia delle battute, perché amo prendere le cose alla leggera e fa parte del mio essere romano. Ma quella frase sul fioraio non è farina del mio sacco, anche se ammetto che, al tempo, pensavo che avrei raggiunto il mio obiettivo con un altro tipo di percorso. Poi è chiaro che abbia cambiato idea: sono devoto alla scuola di Amici per la professionalità che mi ha trasmesso e per l’amore con cui sono stato trattato. Anzi, consiglio a tutti i musicisti di fare un piccolo sacrificio e rinchiudersi in un talent come Amici, perché il talent è il veicolo più veloce per avere un’esposizione così importante (..) Sono un essere umano e, in quanto tale, posso permettermi alti e bassi. L’importante è riconoscere i propri errori e non farli più. Una delle lezioni che ho imparato è il rispetto per il lavoro degli altri: la prossima volta che mi viene un’uscita come quella su Celentano penso che la farò al bar con gli amici anziché in tv“
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