“sembra un prete morto”
perché era tutto bianco e vestiva di nero
“comprava tutto nei negozi dei prezzi, pantaloni, giacche, cappotti, tutto nero”
anche oggi si veste nello stesso modo, al massimo i pantaloni sono sostituiti dai jeans, è tutto rigorosamente o non marca. Dolce e Gabbana da capo a piedi. Stefano, che come i molto belli è un po’ vanitoso, ogni tanto preferisce tradire e scegli le etichette di ragazzi emergenti e sconosciuti, appunto. Ma una volta anche un cappotto di Yves Saint Laurent e un giubbotto in pelle di Balenciaga ed un minimo, da fanatico della propria griffe, gli ha rinfacciato per mesi. L’intesa fortissima che c’è tra loro, Domenico cinquantacinque anni nato a generosa vicino a Palermo, impegnato da sempre nella piccola azienda di abbigliamento del padre saverio e Stefano cinquantun anni milanese studente di grafica che però sceglie la moda come sbocco futuro, è cominciata come una storia d’amore professionale. Sempre insieme a un altro con lavorazioni ed esperienze e dando vita al proprio marchio, fino alla sfilata nel loro studio vicino alla camera del lavoro, con tanta folla da far temere che sprofondasse il pavimento. E così che il gran maestro della moda italiana Beppe Modenese li invita nelmillenovecentoottantacinque alla sfilata di Milano collezioni nuovi talenti, portando alla ribalta di un palcoscenico più vasto quel loro così particolare gusto, che attinge alle tradizioni e alla cultura del Mediterraneo. È in un momento dove la memoria è a breve gittata e le difficoltà degli inizi vengono cancellati come dimostrazione di debolezza, la celebre coppia ha sempre ringraziato ufficialmente il grande maestro per l’occasione che gli ha offerto dal primo in via Santa Cecilia, dove aveva sede il loro atelier a quelli magnifici e come performance teatrale nell’ex cinema è troppo l’dove la lunga coda dei compratori stampa e blogger che fa innervosire i vigili, è il segnale più sicuro dell’evento. Sempre insieme, ma da tempo con vite sentimentali separate. Dopo aver vissuto diciannove anni vicini notte e giorno, vacanze e il lavoro, successi e polemiche, oggi vivono uno in un’appartamento e uno in un altro, al quinto e al sesto piano dello stesso palazzo. Perché l’intimità che li lega è così profonda che ha resistito anche alla tempesta seguita a una lunga intervista su sette, il quotidiano del Corriere della Sera, nella quale raccontavano in tutta semplicità la loro lunga relazione.
Intervista attratta dalla rivista VISTO