Leggiamo adesso alcuni stralci di questa intervista al settimanale Nuovo che ci parla di Anna Munafò e Emanuele Trimarchi che hanno rotto e che hanno certificato la loro rottura in trasmissione da Maria de Filippi la settimana scorsa. E’ un’intervista questa per certi versi quasi inaspettata dove l’ex tronista torna ad alzare i toni della polemica , che fino ad adesso era stata ben attenta a tenere bassissimi…e leggiamo
Anna Munafò , sedotta….sfruttata:
“Emanuele pensava solo ai soldi e a fare serate, mai a noi, io lo cercavo sempre, lui invece si negava, ogni volto che lo invitavo , rifiutava dicendo che doveva laorare , mi ha delusa però non mi pento di quel che è successo”
Ovviamente viene posta ad Anna la domanda delle domande ossia dall’esterno sembrava veramente che la coppia filasse d’amore e d’accordo a dopo la rottura che tutti abbiamo giudicato totalmente inaspettata, dice l’ex tronista in merito
“Perchè abbiamo preso coscienza della situazione che stava andando vanti da troppo tempo. C’erano delle situazioni che non andavano. Per questi motivi abbiamo preso la decisione di finirla. I litigi li abbiamo avuti a Uomini e donne e ci sono anche bastati. “
e continua Anna Munafò
“Io avevo dei progetti con lui. Invece lui no, quando gli dicevo di vederci lui si negava sempre, dicendo che aveva dei lavori da fare, non voleva che gli facessi sorprese. In due mesi ci siamo visti per lavoro. Non è una cosa normale per due fidanzati.Ci sentivamo per telefono ma lo chiamavo io.”
E per il futuro progettavate la convivenza?
“Io avevo progetti seri. Mi ero messa in gioco, mettendo da parte anche i dubbi che avevo all’inizio. Di andare a conviere , era anche lui che ne parlava”
ma la frase che Anna non è proprio riuscita a mandare giu’ è quando Emanuele ha detto in trasmissione di non averla mai amata e infatti sbotta
“Dovrebbe fare pace con il cervello”
Ora noi non la vogliamo certo giustificare ci mancherebbe, ma da un certo punto di vista troviamo anche giusto che abbia “sbottato ” e che si sia tolta qualche sassolino, era quasi irreale quel “buonismo” nel quale si era racchiusa.