“Da quattro anni la mia vita è come paralizzata. Non auguro a nessuno quello che sto provando. Ho a che fare con una persona la cui esistenza, 24 ore al giorno, è incentrata a seguire tutti gli aspetti della mia, sotto forma di protezione e amore che possono trasformarsi in odio. Io sono anni che non vivo più, sono anni che non sono più nessuno. C’è una persona che da anni mi segue, che sa tutto di me, che mi aspettava sotto casa ed era riuscita a entrare in quella dei miei spacciandosi per mio commercialista, Quel signore è una persona lucidissima e preparata: ha saputo ottenere i miei dati bancari, ha chiesto informazioni ai negozianti del quartiere e si è fatto prendere sul serio persino dal tribunale dei minori”
A quanto pare l’uomo è addirittura arrivato a chiedere il riconoscimento di paternità per il figlio della Leofreddi
“Ho dovuto cambiare abitazione per poter proteggere i miei due figli. Ricordo quando sono stata convocata dal giudice minorile che mi chiese perché non facevo vedere mio figlio al presunto padre: in quel momento ho avuto davvero paura perché mi sembrava che la giustizia tutelasse più le follie di uno stalker e ignorasse, invece, le mie ripetute denunce. Mio padre è morto senza che potesse vedere i miei bambini perché non potevo portarglieli: l’imputato stava sempre nei paraggi e ringrazio i carabinieri che mi sono stati molto vicini”