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Karim Capuano dopo il gravissimo incidente non si riprende.

«Mi sono risvegliato a Pasqua, Gesù mi ha tenuto vivo imboccandomi con un cucchiaio vuoto, mi ricordo ancora il profumo dei suoi capelli», comincia così la seconda vita di Karim in coma per sedici giorni dopo un violento incidente stradale con un pullman del Cotral.

«Sono rinato il 24 aprile del 2011», prova a scherzarci su uno dei primi tronisti di Uomini e donne che ora, e per il resto della sua vita, dovrà convivere con le crisi epilettiche, giornate intere senza memoria, la paura di rimanere senza parole in mezzo alla gente.

«Per questo mi è impossibile lavorare – racconta – non posso farlo se all’improvviso rischio di crollare a terra, di perdere il controllo della realtà. E’ come se ogni giorno vivessi sulle montagne russe»

. Da due anni Karim aspetta il risarcimento da parte della compagnia che assicura i mezzi pubblici di Roma.

IL FATTO
Karim Capuano, 37 anni, è finito al San Camillo la notte dell’8 aprile del 2011 in gravissime condizioni, dopo un violento incidente stradale sull’Appia. Lui viaggiava sulla sua Smart, insieme a un amico: finì contro un pullman del Cotral appena uscito dal deposito «e che si immetteva sulla via Appia in direzione di marcia Velletri, occupando tutta la carreggiate», come scrissero i carabinieri sul verbale. I medici lo diedero per morto. Coma irreversibile, elettroencefalogramma piatto, due lesioni alla scatola cranica. «A mia madre dissero che poteva cominciare a pensare di donare gli organi. Sa, suo figlio era un ragazzo forte, sano, aggiunsero».

Karim ha riportato un danno biologico dell’ottanta per cento, questo il giudizio dei professori e dei neurologi dopo la visita collegiale. «Sono in causa da quasi due anni con l’assicurazione del Comune di Roma per ottenere il risarcimento, ancora nulla». Di visite e perizie Karim ne ha fatte parecchie: per avere sempre la stessa risposta, niente sarà più come prima nella sua vita.

«Il mio cliente, ma soprattutto amico – racconta Raffaele Gerbi, direttore generale di Professional and partners group chiamato dal conduttore come consulente tecnico – starà male per sempre. Eppure non ha ancora ottenuto alcun tipo di risarcimento dalla compagnia “Le assicurazioni di Roma”. Karim ha riportato una invalidità altissima, dell’ottanta per cento, il che comporta, in base alla legge, un risarcimento di oltre un milione e mezzo. E’ solo un suo diritto e sono già passati due anni, ma noi lotteremo fino alla fine perché gli venga riconosciuto. Nemmeno un mese fa avevano assicurato che avrebbero portato avanti il risarcimento. Invece nulla».

Il presidente della compagnia “Le assicurazioni di Roma” spiega: «Io ho cercato di accelerare la sua pratica, e stiamo facendo tutto il possibile, ma si sono verificate delle lentezze da parte delle strutture tecniche».

RICORDI E SOGNI
«Da quando mi sono svegliato dal coma non ricordo nulla, solo i primi passi mossi grazie alla riabilitazione». Ha ripreso a parlare pronunciando le prime parole in inglese, poi in pugliese. «Alla fine da qualche parte del mio cervello è emerso anche l’italiano. Ho perso due contratti firmati. Avrei dovuto lavorare nel film “I briganti” e nella serie televisiva “Don Matteo 8”. Per me erano parti importanti. Ora non so se potrò mai tornare su un set. Sono un miracolato, lo ripeto tutti i giorni, l’unica forza in grado di farti rinascere ti arriva da chi ti vuole bene, mia madre e le mie due sorelle che non mi hanno lasciato mai. Ma soprattutto ti arriva da chi veglia su di te, Gesù. E’ stato lui a salvarmi e a riportarmi dalla mia famiglia. Per alcuni anni sono apparso arrogante, superficiale, era un gioco, mi sentivo immortale, ora tutto è cambiato». Racconta di esser sempre stato credente, il ragazzo venuto dalla Puglia. «Quando ho lavorato a New York la mattina andavo a pregare nella chiesa di San Patrick». Ma tutto questo è lontano, lontanissimo, faceva parte della sua prima vita.

FONTE WWW.ILMESSAGGERO.IT

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